TERMOLI _ Una campana è stata fatta risuonare a lungo a Chernobyl ieri, 26 aprile, a distanza di 25 anni dal disastro nucleare più devastante della storia dell’umanità. Le radiazioni che in quel lontano 26 aprile 1986 fuoriuscirono dal reattore 4 della centrale nucleare di Chernobyl sono state di gran lunga superiori a quelle determinate dalle bombe lanciate su Hiroshima e Nagasaki e gli effetti devastanti sull’ambiente e la popolazione sono ancora oggi visibili. A distanza di un quarto di secolo torna la paura del nucleare, torna la certezza di un’energia poco sicura e poco conviente. Il disastro di Fukushima dopo il terremoto e lo Tsunami che ha devastato il Giappone, ha dimostrato la difficoltà di controllare i reattori.

“Il nostro ‘No’ al nucleare, si unisce in questo momento a quello del mondo – dice Gabriele Guarino rappresentante cittadino e candidato di Partecipazione Democratica -. L’unica possibilità che abbiamo per opporci alle dinamiche di potere che governano l’Italia e che ignorano completamente i bisogni e la salute dei cittadini è votare ‘Sì’ al referendum del 12 e 13 giugno. Dobbiamo pretendere che quel referendum si faccia”. Il candidato sottolinea come ancora una volta gli italiani siano stati presi in giro dal governo Berlusconi. “Il premier ha confessato che la moratoria sul ritorno all’atomo sia stato solo uno stratagemma per evitare la sconfitta al referendum, prevedibile dopo il disastro della centrale di Fukushima”.

“Il ‘No’ al nucleare – aggiunge Guarino – viene da lontano, da tempi non sospetti, quando con la Giunta Greco, fu proprio Simone Coscia a proporre mozioni e azioni concrete. Fu in quel periodo che Termoli dichiarò di essere ‘Città contro il nucleare’ e si organizzarono manifestazioni e convegni tematici. Fu allora che venne lasciata una traccia concreta nella storia di Termoli”.

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