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TERMOLI _ Il pigro Molise si è svegliato! E si è svegliato come se fosse stato scosso dall’ istinto di conservazione esploso nelle coscienze e tradottosi nelle grandi manifestazioni di piazza di questi giorni, da Larino a Venafro fino a Campobasso. I molisani hanno compreso che è in atto ( e non da ora) un processo di progressivo smantellamento di quel tessuto di servizi, di istituzioni, di riferimenti che hanno consentito a questa piccola realtà di interpretare , nei decenni trascorsi, un ruolo di autonomia nel panorama nazionale.

Quelle onde silenziose di persone che hanno attraversato il Molise costituiscono un fenomeno sociale nuovo in una Regione che nella sua storia ha conosciuto solo un’altra grande manifestazione di popolo, allorquando nel lontano 1977, il Molise si oppose al progettato insediamento di una mega centrale nucleare sul litorale tra Termoli e Campomarino.

Ma allora furono i Partiti politici, la delegazione parlamentare, i sindacati, le associazioni di categoria, le stesse Istituzioni pubbliche a guidare quel corteo con le bandiere, i vessilli, gli stemmi e i gonfaloni dei partecipanti. Oggi – e questa è certamente una delle novità – quel fiume di donne e di uomini hanno sfilato senza simboli e senza vessilli o etichette, sotto la spinta di “comitati spontanei” e di una sola Istituzione secolare quale è la Chiesa Cattolica, la quale, travalicando il suo ruolo pastorale, ha di fatto occupato gli spazi lasciati vuoti da una politica autoreferenziale, sterilmente personalistica ed inutilmente autocelebrativa ed asfittica.

La capacita’ di mobilitazione sembra oggi riservata, invero, a soggetti nuovi e diversi rispetto al recente passato, perchè quell ‘onda lunga della piazza ha travolto e superato i Partiti , le organizzazioni, le Istituzioni pubbliche (peraltro colpevolmente assenti), i tradizionali centri di formazione e di orientamento del consenso, quasi a voler sottolineare la volontà popolare di eliminare i filtri che spesso distorcono, mistificano e strumentalizzano la spontaneità del messaggio e la immediatezza della partecipazione

E proprio questo è l’elemento di novità, l’insegnamento della piazza. Il messaggio che i molisani hanno gridato va ben oltre il tema specifico della sanità e della conservazione delle sue strutture ed è, spiace dirlo, un messaggio di sostanziale sfiducia nei confronti degli intermediari politici, di una classe dirigente non più ritenuta all’altezza di tutelare le ragioni di un territorio che vuole invece ancora credere in un futuro possibile. Dobbiamo prendere atto che è giunto il momento di cambiare metodo e mentalità, ripartendo dai bisogni e dai meriti, se si vuole che la Politica riacquisisca il suo ruolo di interprete delle ragioni del territorio e della gente . Altrimenti sara’ quell’onda lunga ad incaricarsi di inghiottire tutto e tutti senza lasciare traccia .

(avv.Oreste Campopiano)
Segr.Reg.N.PSI MOLISE