LarinoLARINO – Si da il caso che a Larino nel corso degli ultimi anni si sia dato vita ad una nuova modalità di acquisto della proprietà privata. Il caso di specie riguarda l’edicola sita nel centro della città, nell’area di pertinenza del Tribunale. Ebbene, il Comune di Larino con atto del 9 settembre 1978 concedeva l’area di suolo pubblico della superficie di 50 mq in cambio del canone annuo di 150.000 lire (77,47 euro) per la realizzazione di un’edicola ad un soggetto per un tempo determinato di nove anni.

E’ accaduto che il Comune di Larino non ha mai introitato nel corso degli anni il canone pattuito tant’è che, come specificato nella delibera n. 53 del 19.04.2010, è stata corrisposta esclusivamente la tassa per l’occupazione del suolo pubblico relativa all’area concessa, purtuttavia la concessione, che doveva avere carattere temporaneo alla sua scadenza naturale, dopo nove anni, di fatto, si è continuata a protrarre immutata negli anni senza che nessuno da parte dell’Ente reclamasse alcunché. Dopo la morte del soggetto concessionario del suolo pubblico, l’edicola è stata gestita per anni da una società in nome collettivo e poi da una società in accomandita semplice degli eredi dell’originario titolare della concessione e successivamente da un solo erede, il quale nel 2003 eseguiva dei lavori di ristrutturazione interna e di manutenzione straordinaria edificando un vero e proprio immobile, non proprio il medesimo “chiosco movibile per la vendita di giornali e riviste” citato nell’originaria concessione.

Il gestore del chiosco per la vendita di giornali e riviste, il 2 aprile 2010 con comunicazione al Comune di Larino cessava ufficialmente l’attività di commercio al dettaglio di giornali e riviste ma con una successiva nota del 19 aprile 2010 richiedeva il rinnovo della concessione del suolo pubblico. Con delibera n. 53 del 19.04.2010, approvata in tempo lampo visto che la nota del gestore del chiosco come si è detto è dello stesso giorno, la Giunta Giardino stabiliva di rinnovare per ulteriori ventinove anni la concessione del suolo pubblico della superficie di mq 50. Non solo, col medesimo atto l’Ente prendeva atto della prescrizione dei canoni non versati dall’originario concessionario e stabiliva il saldo a conguaglio almeno degli ultimi dieci anni di canone non versato pari a € 774,60 euro. La nuova concessione tra il Comune di Larino e il gestore veniva sancita con atto pubblico del 26.04.2010 e nelle condizioni generali della stessa risulta chiaro che l’area indicata viene concessa al solo scopo di utilizzazione e gestione della relativa attività di edicola di giornali e attività connesse.

Stranamente, in data 29 aprile 2010, il gestore dell’edicola deposita un’altra comunicazione di cessione attività di commercio di giornali e riviste al Comune di Larino, il quale non provvede a revocare la concessione e in data 10.08.2010, quindi a pochi mesi di distanza, il fabbricato edificato su suolo pubblico dato in concessione viene accatastato a nome del gestore che quindi diviene ufficialmente il proprietario del fabbricato che da edicola per vendita al dettaglio di giornali e riviste, come la concessione di recente rinnovata prevede, molto probabilmente diventerà un locale pubblico nel quale sembra prevista la vendita e la somministrazione di bevande alcoliche come risulta da una richiesta di autorizzazione di recente depositata al Comune.

Sono numerosi gli interrogativi che nascono in maniera naturale: perché nel corso degli anni chi era preposto non ha mai provveduto a chiedere i canoni stabiliti dalla concessione? Come mai un suolo di proprietà del Comune diventa superficie sulla quale vi si edifica un immobile che diviene di proprietà di una persona? A che titolo è stato accatastato un immobile edificato su suolo demaniale intestandolo ad una persona fisica? Come mai nessuno ha provveduto a revocare la concessione una volta cessata l’attività di vendita di giornali e riviste?

Movimento LARINascita

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