Termoli Rio-VivoTERMOLI _ Si apre uno spiraglio nella lunga e complessa problematica giudiziaria che riguarda l’abusivismo demaniale di Rio-Vivo Marinelle a Termoli. Una sentenza della Corte d’Appello di Campobasso su uno dei ricorsi presentati dai legali dei residenti del tratto di costa sud della città adriatica, ha di fatto rimesso tutto in gioco rispetto ai convincimenti della Capitaneria di Porto che, nel 2005, effettuò i sequestri di centinaia di residenze perchè costruite sul demanio marittimo. Il pronunciamento dei giudici del capoluogo campobassano, sezione penale, in sintonia con l’orientamento emergente dalla sezione Civile della stessa Corte Campobassana, fissa dei punti chiari che cambiano di fatto l’intera situazione di irregolarità relativa alla problematica dell’abusivismo demaniale.

Secondo i giudici: “non vi è certezza che le aree rivendicate dall’Agenzia del Demanio, nel caso specifico ubicate nel tratto che si avvicina alla parte centrale dell’abitato di Termoli, appartengano al Demanio Marittimo, non vi è certezza che la linea di demarcazione riportata nella cartografia degli ultimi anni, linea utilizzata dalla Capitaneria di Porto di Termoli per eseguire i tanto discussi ” sequestri ” delle abitazioni, corrisponda al confine originale del 1912 tracciato con transazione del Comune di Termoli e dello Stato datata 14/19 marzo 1912 con la quale si definì il confine tra la proprietà privata e la proprietà dello Stato.

Sempre secondo i giudici la vera linea di demarcazione tra la proprietà privata ed il demanio marittimo (oggetto di quell’accordo , oggi centenario) era e rimane, la linea del vecchio costone: quello che si trovava, agli inizi del ‘900 avanti di circa 100 metri all’attuale ristorante ” Giorgione” e che, nel corso di 100 anni, ha subìto continue modifiche come, in primis, lo sbancamento per la realizzazione della strada che collega Termoli a Capomarino, strada progettata negli anni ’30 e chiamata ” strada Tifernina “. Il costone è stato interessato dall’erosione, dai fenomeni di smottamento che hanno provocato una modifica della fascia di territorio su cui insistono le abitazioni e che rende lo stato attuale dei luoghi palesemente difforme da quello di 100 anni fa.

La sentenza in questione _ ha spiegato l’avvocato Laura Venittelli che ha effettuato una lunga e dettagliata ricerca durata oltre 4 mesi negli archivi storici regionali per il ritrovamento di documenti importanti dei primi del novecento _ grazie alla documentazione acquisita, ha aperto un solco importante per il recupero della verità storica del territorio cambiando quelli che erano i convincimenti acquisiti fino ad oggi anche dalle forze di polizia”.

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