SAN NICOLA _ Erano in molti, ieri, a chiedersi cosa sarebbe successo nel Consiglio Comunale al cui ordine del giorno campeggiava in primo piano la discussione della mozione presentata da quattro consiglieri di minoranza, Michele De Nittis, Antonio De Nittis, Antonio Greco e Mario Michele Armando Cafiero sul rischio di cancellazione delle aree agricole nonché del verde ambientale. In pratica il testo affrontava con decisione un tema che avrebbe dovuto coagulare i consensi di tutte le persone di buona volontà, amanti (nel fatto e non solo a parole) della prosperità e del benessere sulle Tremiti.
Sembra invece che in troppi ancora – forse accecati dalla difesa ad oltranza di privilegi a parer mio ingiusti – tardino a rendersi conto di una realtà decisiva. Il piccolo paradiso delle Isole sopravvive unicamente grazie al contesto naturale in virtù del quale attualmente si trova inserito dall’UNESCO nella élite planetaria dei luoghi modello qualificati nella fattispecie come “patrimonio dell’Umanità”. Pertanto non solo i residenti del piccolo Comune, ma tutti i cittadini italiani e gli abitanti della Terra nel proprio insieme, hanno il dovere (che è anche un diritto) di tutelare ad ogni livello Il tesoro incalcolabile custodito dal minuscolo arcipelago e dall’area marina che lo avvolge. Qui non valgono le sciocche presunzioni di chi eventualmente pretendesse di “possedere” le Isole Tremiti, al modo stesso in cui nei secoli passati se ne illudevano pirati, predoni mercenari, bucanieri, tiranni e signorotti.
Ciò malgrado chi si attendeva dall’ultimo Consiglio Comunale, perlomeno questa volta, un bell’esempio di raggiunta unità d’intenti in omaggio alle ragioni di fratellanza e solidarietà, è rimasto brutalmente disilluso. Ma cosa chiedevano i firmatari del documento in discussione? I due De Nittis, l’ex sindaco Greco e Cafiero intendevano sollevare attenzione in merito al rischio più che mai attuale che vede minacciare di definitiva scomparsa le aree agricole da un lato e quelle di verde naturalistico dall’altro. Il motivo della preoccupazione è noto a tutti, segnatamente ai frequentatori non residenti delle Isole Tremiti. In tale ottica, già l’inverno passato una piccola moltitudine di residenti e frequentatori stagionali si era impegnata in una raccolta di firme tendente ad orientare l’obiettivo della politica locale in modo tale che la variante al PRG potesse introdurre nuove premesse tese alla riduzione delle problematiche ambientali e al miglioramento di qualità della vita. Pregiudiziale al fine suddetto veniva definita una regolamentazione inflessibile da applicare con severe norme alla protezione del territorio.
Gli interpellanti imputavano all’attuale Amministrazione non solo di mostrarsi del tutto insensibile alle suddette richieste dei tremitesi, ma di sostenere al contrario – addirittura nelle opportune sedi giudiziarie e per giunta con magro successo – le motivazioni care all’interesse di chi ambirebbe realizzare sempre nuove costruzioni, piuttosto che riqualificare le isole migliorandone la qualità di vita.
“Sarebbe invece opportuno – ha dichiarato testualmente Michele De Nittis – risparmiare i soldi per costose parcelle di illustri avvocati ed intraprendere con decisione l´unica strada di sviluppo duraturo per le nostre isole: quella della valorizzazione nel rigoroso rispetto delle valenze ambientali, naturalistiche e paesaggistiche che ancora oggi destano meraviglia ed ammirazione tra i visitatori.”
Per farla breve, l’assemblea civica del 17 dicembre è terminata con un furibondo putiferio, tanto che il Presidente Arturo Santoro ha dovuto troncarne il percorso con la sospensione.
A questo punto la ragione imporrebbe una serena riflessione per analizzare le cause della contrapposizione apparentemente insanabile intorno a cui si agitano similari scontri. Da una parte si schiererebbe la fazione degli affaristi, dei costruttori e degli automobilisti. Dall’altro lato i sostenitori di un progresso civile sordo alle facili lusinghe del business: sono persone preoccupate per il degrado costante del clima, per le ripetute offese alla qualità dell’ambiente sempre più minacciato. Perseguono a mio avviso l’ideale di una rinnovata esistenza al riparo dai veleni, nell’abbraccio amorevole della natura.
Certo è che la gente non ci sta più. Insorgono ripetutamente persone preoccupate per la salute della propria famiglia, dei figli soprattutto. La questione che sta emergendo in Consiglio Comunale non è solitaria.
E’ ormai assodata la presenza di armi chimiche e di rifiuti tossici affondati nel mare dell’arcipelago. Prevedo che a breve tutti i mass media nazionali si ritroveranno a dissertare sulla presenza già denunciata nelle acque di Pianosa di metalli pesanti. Stupisce solo constatare che in loco si parli troppo di eventi trascurabili, ma quasi niente dell’avvelenamento del mare. Eppure in qualche relazione di analisti scientifici pugliesi si parla di mutazioni genetiche dei pesci, gli stessi che sono anche il nostro cibo. Al mercurio o all’arsenico?
Isole Tremiti: Pino Calabrese
Non so se l’estensore dell’articolo abbia di proposito corredato di una foto che voglia trasmettere “allegoricamente” un messaggio eloquente di un Pino Tremitese che si prostra alla volontà di un Pino Calabrese, se così fosse, trovo la foto ancora più bella.
lapsus freudiano?
Pino Calabrese oggi in un blog: “A chi vive queste situazioni anomale diciamo che non deve nascondersi dietro il cosiddetto bene comune, per tutelare i propri interessi”.
Intendeva forse parlare a se stesso?