Sembra invece che in troppi ancora – forse accecati dalla difesa ad oltranza di privilegi a parer mio ingiusti – tardino a rendersi conto di una realtà decisiva. Il piccolo paradiso delle Isole sopravvive unicamente grazie al contesto naturale in virtù del quale attualmente si trova inserito dall’UNESCO nella élite planetaria dei luoghi modello qualificati nella fattispecie come “patrimonio dell’Umanità”. Pertanto non solo i residenti del piccolo Comune, ma tutti i cittadini italiani e gli abitanti della Terra nel proprio insieme, hanno il dovere (che è anche un diritto) di tutelare ad ogni livello Il tesoro incalcolabile custodito dal minuscolo arcipelago e dall’area marina che lo avvolge. Qui non valgono le sciocche presunzioni di chi eventualmente pretendesse di “possedere” le Isole Tremiti, al modo stesso in cui nei secoli passati se ne illudevano pirati, predoni mercenari, bucanieri, tiranni e signorotti.
Ciò malgrado chi si attendeva dall’ultimo Consiglio Comunale, perlomeno questa volta, un bell’esempio di raggiunta unità d’intenti in omaggio alle ragioni di fratellanza e solidarietà, è rimasto brutalmente disilluso. Ma cosa chiedevano i firmatari del documento in discussione? I due De Nittis, l’ex sindaco Greco e Cafiero intendevano sollevare attenzione in merito al rischio più che mai attuale che vede minacciare di definitiva scomparsa le aree agricole da un lato e quelle di verde naturalistico dall’altro. Il motivo della preoccupazione è noto a tutti, segnatamente ai frequentatori non residenti delle Isole Tremiti. In tale ottica, già l’inverno passato una piccola moltitudine di residenti e frequentatori stagionali si era impegnata in una raccolta di firme tendente ad orientare l’obiettivo della politica locale in modo tale che la variante al PRG potesse introdurre nuove premesse tese alla riduzione delle problematiche ambientali e al miglioramento di qualità della vita. Pregiudiziale al fine suddetto veniva definita una regolamentazione inflessibile da applicare con severe norme alla protezione del territorio.
Gli interpellanti imputavano all’attuale Amministrazione non solo di mostrarsi del tutto insensibile alle suddette richieste dei tremitesi, ma di sostenere al contrario – addirittura nelle opportune sedi giudiziarie e per giunta con magro successo – le motivazioni care all’interesse di chi ambirebbe realizzare sempre nuove costruzioni, piuttosto che riqualificare le isole migliorandone la qualità di vita.
“Sarebbe invece opportuno – ha dichiarato testualmente Michele De Nittis – risparmiare i soldi per costose parcelle di illustri avvocati ed intraprendere con decisione l´unica strada di sviluppo duraturo per le nostre isole: quella della valorizzazione nel rigoroso rispetto delle valenze ambientali, naturalistiche e paesaggistiche che ancora oggi destano meraviglia ed ammirazione tra i visitatori.”
Per farla breve, l’assemblea civica del 17 dicembre è terminata con un furibondo putiferio, tanto che il Presidente Arturo Santoro ha dovuto troncarne il percorso con la sospensione.
Certo è che la gente non ci sta più. Insorgono ripetutamente persone preoccupate per la salute della propria famiglia, dei figli soprattutto. La questione che sta emergendo in Consiglio Comunale non è solitaria.
E’ ormai assodata la presenza di armi chimiche e di rifiuti tossici affondati nel mare dell’arcipelago. Prevedo che a breve tutti i mass media nazionali si ritroveranno a dissertare sulla presenza già denunciata nelle acque di Pianosa di metalli pesanti. Stupisce solo constatare che in loco si parli troppo di eventi trascurabili, ma quasi niente dell’avvelenamento del mare. Eppure in qualche relazione di analisti scientifici pugliesi si parla di mutazioni genetiche dei pesci, gli stessi che sono anche il nostro cibo. Al mercurio o all’arsenico?