L’intuizione di STEFANO LEONE è un progetto che sottende tra l’altro ad una questione di forte attualità: l’ uomo
“La coscienza è la perfetta |
e la sua “coscienza”, l’individuo che rischia di incrinare la propria identità, la morale, l’etica, perdendosi nei propri affanni alla ricerca di qualcosa che non salva e che è lontano dalla verità. “Coscienza” della vita, degli affetti, dei valori, delle nostre responsabilità civili; “coscienza” politica ed etica; “coscienza” e difesa dell’ambiente in cui viviamo; “coscienza” della fede, del rispetto del diverso da noi, dell’amore verso l’altro; “coscienza” delle malattie e del dolore. Forse dovremmo avere maggiore “coscienza” anche della morte, un termine che oggi evoca psicosi, delirio e che preferiamo sempre evitare. Come lo stesso Michele Placido ha raccontato in scena in modo Pirandelliano o Shakespeariano, proprio dalla coscienza della morte possiamo ritrovare il senso della vita, un dono, un’esperienza che, seppur breve, dovrebbe colorarsi di quell’armonia che oggi spesso dimentichiamo. L’estro di STEFANO LEONE sta proprio nella capacità di saper cogliere questo senso, di rievocare e di riaccendere nello spirito umano i valori e la concretezza delle azioni: un modo nuovo di fare “poesia” che riesce a far vibrare le corde dell’anima in chi assiste allo spettacolo. L’intuizione dell’autore di “CONSCIENTIA” è stata quella di sapersi mettere dalla parte di chi ascolta, di chi assiste in un silenzio traboccante di sensibilità ciò che le voci raccontano, le storie narrate, siano espresse con le parole di Michele Placido o di Monica Guerritore, che ha tenuto a battesimo il primo appuntamento di “Conscientia”. Tutto questo è stato interpretato senza toni spavaldi ma con uno stile sobrio, elegante, asciutto che ha ripercorso le liriche di poeti come Neruda, Luzi, Gozzano, Dante, D’Annunzio e di testi teatrali scritti da Pirandello e da Shakespeare. Lo spettatore è stato così costretto a fermarsi quasi a ogni verso poetico declamato e a tentare nel suo silenzio di dare un senso e una verità alle tante voci che bussano dentro. Un progetto di ampio respiro culturale, quello di STEFANO LEONE, che sostenuto dalla poliedrica bravura di attori di calibro internazionale e dai virtuosismi musicali di Davide Cavuti, fisarmonicista e maestro del tango, riesce ancora una volta a cogliere nel segno!
Degna di nota la splendida poesia del termolese Nicolino Di Pardo letta e recitata con pathos ed eleganza dallo stesso Placido, versi che grondano di amore e di energia e che ricordano come la nostra terra, la nostra città conserva il genio della lirica e della creatività in poeti che meriterebbero altre dimensioni e maggiori riconoscimenti.