CAMPOBASSO _ Nell’ultima seduta del Consiglio provinciale, la maggioranza è incappata in una giornata nera. E’ accaduto tutto nella discussione in aula sulla mozione, presentata dal capogruppo di centrosinistra Micaela Fanelli e dagli altri consiglieri d’opposizione, sulla funzionalità dei Centri per l’impiego della Provincia di Campobasso e sulla necessità di valorizzare le professionalità e di inserirle fra i titoli del bando che la Provincia si appresta ad emanare. La maggioranza ha espresso parere negativo, bocciandola. Rispetto a questa posizione, la commissione consiliare del lavoro aveva espresso parere favorevole, e in aula dopo la lunga discussione una parte della maggioranza era anche d’accordo sulla mozione; invece si è intestardita e i tre membri di maggioranza, Perrella, Manocchio e Colalillo, sono stati di fatto costretti a uscire dall’aula per non vedere smentito ciò che avevano deliberato solo mercoledì scorso nella commissione-lavoro. Quindi la maggioranza si è divisa, e ha in sostanza sfiduciato i tre membri della commissione.

Il presidente Rosario De Matteis, non riuscendo a mettere insieme i suoi, si è innervosito a tal punto che in riferimento alla successiva mozione sullo Zuccherificio, presentata dalla minoranza e votata anche dai consiglieri di maggioranza Perrella e Manocchio, pare abbia utilizzato alcuni argomenti non proprio democratici. Fra questi un’eventuale cancellazione a Carlo Perrella della delega al sociale. Se così fosse, le divisioni interne all’amministrazione provinciale sarebbero già molto forti, a pochi mesi dalla propria partenza. Va infine sottolineato che il Sole24 Ore, in un articolo di un anno fa circa, riportava il risultato del Centro dell’impiego della Provincia di Campobasso come uno dei migliori in Italia, come uno dei Centri per l’Impiego che meglio aveva realizzato il lavoro ed i programmi ministeriali.

Ora – ha affermato Fanelli – o la maggioranza avvia un chiarimento al proprio interno vista la spaccatura, oppure i membri della commissione dovrebbero verificare se godono ancora della fiducia della loro maggioranza. Intanto i servizi del Centro per l’Impiego della Provincia di Campobasso proseguono a scartamento ridotto proprio in una fase di crisi acuta economica ed occupazionale. La responsabilità istituzionale richiederebbe maggiore attenzione verso il mondo del lavoro e più rispetto per la dignità delle persone, cosa che dall’amministrazione De Matteis ci si aspetterebbe. Questa è stata un’altra occasione mancata”. E’ su questo aspetto fondamentale, il lavoro, che Micaela Fanelli alza il livello di guardia: “Verranno erogati i servizi e quindi quale sarà la qualità del personale? E’ assolutamente necessario il riconoscimento delle professionalità quale condizione necessaria. La selezione del personale deve essere trasparente e deve essere capace di esaltare il merito misurando le qualità espresse rispetto al relativo profilo. E la Provincia deve diventare soggetto pro-attivo per attività di formazione e occupazione”.

Su questa tematica, Fanelli ha aggiunto: “Il requisito della professionalità va riconosciuto e valorizzato. Diversamente significherebbe disperdere energie e know-how nello svolgimento delle pratiche amministrative e burocratiche complesse, proprie del Centro per l’Impiego della Provincia di Campobasso: l’incontro domanda-offerta e l’attività multimediale connessa; la conoscenza degli applicativi informatici; l’accounting aziendale con l’analisi dei fabbisogni occupazionali e professionali delle imprese; la consulenza alle aziende sul programma Welfare to Work e Lifelog Learning e la relativa normativa nazionale e regionale sulle assunzioni agevolate; la consulenza sulla CIG e sulla mobilità in deroga. Tutte queste attività – ha continuato Fanelli – non sono certamente esercitabili senza la necessaria esperienza e preparazione, se non compromettendo la qualità dei servizi. Ciò avevano espresso anche i tre membri di maggioranza della Terza Commissione, il Presidente Manocchio ed i consiglieri Perrella e Colalillo nel verbale, letto in aula dal Presidente Manocchio, redatto e firmato da tutti e cinque i membri della Commissione stessa. Evidentemente così non la pensava il resto della maggioranza”.

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