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“Questa vicenda – afferma il consigliere regionale Monaco – è già preoccupante in sé, anche se fosse tutto sotto controllo, ma dal momento che è ancora in corso un procedimento giudiziario legato a danni ambientali verificatisi proprio nell’ambito del Consorzio industriale il campanello d’allarme suona come una sirena di allarme bombardamento. Il Comitato Direttivo è in male fede se non firma la delibera o ci sono altri motivi ostativi?”
Tra gli allegati indicati nel Regolamento stesso figura la determinazione n.405 della Regione Molise risalente al 2009, firmata il giorno stesso della scadenza della precedente autorizzazione, ma con una modifica importante. Qualche mese prima, infatti, l’allora Presidente del Consorzio industriale del basso Molise aveva chiesto che l’autorizzazione venisse integrata prevedendo “un quantitativo complessivo di 190.000 mc annui di rifiuti, così suddivisi: 180.000 mc di rifiuti non pericolosi e 10.000 mc di rifiuti pericolosi”. In particolare i rifiuti pericolosi autorizzati sono: acido solforoso e solforico, acido cloridrico, idrossido di calcio, idrossido di sodio e potassio, soluzioni acquose di lavaggio.
“Non voglio entrare nei particolari della vicenda – prosegue Filippo Monaco – perché sono tutti in mano alla magistratura, ma se l’ex Presidente è sotto processo per chiarire le responsabilità dello smaltimento irregolare dei rifiuti del Nucleo Industriale ed è stato proprio lui, avvalendosi della relazione tecnica del Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione, a chiedere le modifiche poi apportate all’autorizzazione, sarebbe opportuno attendere almeno l’esito del processo per consentire il conferimento di rifiuti di provenienza esterna. Mi chiedo, a questo punto, se è il caso di aprire le porte a materiali che non siamo certi di saper gestire perché i danni ambientali sono facili da procurare, ma difficili da riparare e procurano danni pericolosissimi a carico di tutta la collettività, anche per le generazioni a seguire, soprattutto se la provenienza possa in qualche modo essere dubbia. Le ecomafie hanno braccia lunghe, come la storia insegna, evitiamo di caderci dentro”.