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TERMOLI _ Fra circa tre anni la società che attualmente gestisce, o sarebbe più esatto affermare, dovrebbe gestire, la distribuzione e la fruizione dell’acqua potabile a Termoli terminerà il suo “mandato”. Il risultato, fin’ora, della “gestione”, visto dalla parte dei cittadini, lo vedo fallimentare, invece dalla parte aziendale ovviamente molto remunerativo. Aldilà di vicende la cui strumentalizzazione politica è evidente ma, arrivo a dire, comprensibile a seconda della propria “indole” politica, rimane incontrovertibile che la Crea, ex Sigesa, non ha, a mio modestissimo parere, adempiuto appieno al suo compito. Infatti in questi anni abbiamo assistito a querelle legali e per niente o quasi ad investimenti operativi tesi a conservare e migliorare lo stato delle strutture per la fruizione dell’acqua potabile. Certamente abbiamo assistito ad una strutturazione complessiva dell’utenza che però ha avuto come quasi unico scopo l’obiettivo di essere nelle migliori condizioni per percepire i ricavi controllandone i consumi più che gli sprechi. Allora perché non proporre, fino a un certo punto di vista provocatoriamente, di “riprendersi” la gestione idrica gestendola direttamente come amministrazione? Da subito. Mettiamo attorno ad un tavolo le parti in causa, avviamo uno studio di settore per valutarne costi e ricavi, tranquillizziamo i lavoratori e le lavoratrici circa la loro continuità d’impiego, identifichiamo il modo giusto, società mista o piuttosto gestione diretta, per giungere a fornire un servizio che, sono convinto, possa essere meno costoso per la cittadinanza e maggiormente funzionale.
A tal proposito certo non ci mancano uomini e mezzi per far questo e invito anche gli organi di stampa, oltre che i colleghi amministratori, ad avviare e promuovere la conoscenza delle opinioni della gente.
Giuseppe Antonio Spezzano Coordinatore cittadino Capogruppo Alleanza di Centro per la libertà