…e poi ha proseguito per Eboli!
MetereMulteTermoliTERMOLI  – L’estate termolese del 2015 a Termoli è stata tutto un mugugno: il Corso Nazionale senza illuminazione,  senza verde, né panchine; il traffico, caotico e lento; una fila interminabile di macchine che, per uscire dalla città, provenienti da tre direzioni  (il porto, Via Carlo del Croix,  Corso Fratelli Brigida) dovevano percorrere, obbligatoriamente, Via Aubry-via Roma-P.zza S. Antonio-Via Margherita di Savoia-Via Sannitica-Via M. Milano-P.zza Garibaldi-Corso Umberto-l’ultima parte del Corso Nazionale e, dopo Via Abruzzi e Via Corsica possono uscire finalmente da Termoli! Un vero carosello degno dei migliori Circhi Equestri di Moira e Nando Orfei.

Naturalmente, tutte le strade erano  cosparse di auto in sosta con foglietti rosa sotto il parabrezza tanto da farle denominare “Les vies en rose” termolesi.  Giovani vestiti con giacche blu con la scritta ”Addetto alla sosta”, munite di blocchetti rosa, distribuivano multe a destra e a manca. Procedevano a tre per volta accompagnati da un vigile in divisa: una strage…senza pietà!
Nulla, inesistente la “segnaletica” orizzontale: niente strisce pedonali, pressocchè tutti cancellati gli spazi per la sosta: bisognava scendere dall’auto e verificare se si è inseriti nel rettangolo o fuori di esso! Un amico proveniente da Milano che è passato per Termoli a salutarmi e si è fermato una sola notte, il pomeriggio ha trovato il fogliettino rosa per una sosta di mezz’ora: un lavaggio strada dalle 14.00 alle 15.30.  In quale città d’Italia le strade si lavano per un’ora e mezzo il pomeriggio? A Termoli! 

MetereSaverioMulteAltro episodio. L’ultimo giorno abbiamo organizzato una cena tra amici del liceo presso lo stabilimento balneare Alcione.  La via del mare, la C. Colombo, dalla Stella Marina è a senso unico perché ciclabile fino all’ex viadotto. Per cui, costeggiando il Mistral e inerpicandomi per salite e discese verso il cimitero  sono arrivato (dopo aver sbagliato strada) a destinazione: all’innesto con la Via Colombo sono andato a destra e non a sinistra. Il senso unico mi ha costretto a ripetere nuovamente il giro…dell’oca! 

Forse Cristo non è andato più ad Eboli perché non è riuscito ad oltrepassare Termoli!?

Se ci fosse stato il “tunnel” e il doppio senso in via C. Colombo,  sarebbe arrivato in un attimo fuori della città  – invece di lasciare l’auto nel parcheggio sotto Piazza S. Antonio o del Pozzo Dolce – per andarsi a mangiare una bella zuppa di pesce alla Torretta.

Non l’avrebbe mai potuto lasciare al parcheggio di via Campania data l’esigua e invisibile stradina d’accesso: senza uno straccio di cartello che indichi che c’è un  parcheggio!  E’ capitato anche a me. Volevo lasciarla lì ma ho trovato chiuso ed è stata un’impresa uscire: ho dovuto procedere a marcia indietro (sic!).

Cristo si è fermato a Termoli: ad Eboli non c’è proprio arrivato!
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Saverio Metere
Saverio Metere è nato a Termoli il 23 settembre del 1942. Vive e lavora a Milano dove esercita la professione di architetto libero professionista. Sposato con Lalla Porta. Ha tre figli: Giuseppe, Alessandro, Lisa. Esperienze letterarie. Oltre ad interventi su libri e quotidiani, ha effettuato le seguenti pubblicazioni: Anno 1982: Lundane da mazze du Castille, Prima raccolta di poesie in vernacolo termolese; anno 1988: I cinque cantori della nostra terra, Poeti in vernacolo termolese; anno 1989: LUNDANANZE, Seconda raccolta di poesie in vernacolo termolese; anno 1993 da Letteratura dialettale molisana (antologia e saggi estetici–volume primo); anno 1995: da Letteratura dialettale molisana (antologia e saggi estetici–volume secondo); anno 2000: I poeti in vernacolo termolese; anno 2003 (volume unico): Matizje, Terza raccolta di poesie in vernacolo termolese e Specciamece ca stá arrevanne Sgarbe, Sceneggiatura di un atto unico in vernacolo termolese e in lingua; anno 2008: Matizje in the world, Traduzione della poesia “Matizje” nei dialetti regionali italiani e in 20 lingue estere, latino e greco.