VENAFRO _ “Il crollo del controsoffitto della scuola di Via Colonia Giulia è un incidente spiacevole da commentare, non oso nemmeno pensare a cosa avremmo detto se le conseguenze fossero state altre! Un fatto simile mette in evidenza le responsabilità politiche del Sindaco Cotugno e della sua fragile azione amministrativa che sta portando avanti. Personalmente non riesco a trovare le parole per commentare un simile episodio perché sono anch’io un genitore, perciò non posso che condividere la rabbia di tutti coloro che hanno protestato contro il Sindaco, evidenziando i tanti problemi della città, soprattutto quelli relativi all’edilizia scolastica. Purtroppo sono stati facili profeti, visto che a due mesi appena dalla sua inaugurazione, la scuola ha subito un danno che poteva avere delle conseguenze molto serie per i nostri ragazzi.

Voglio soltanto ricordare, se mai ce ne fosse bisogno, le parole di Michele Iorio in occasione dell’apertura dell’anno scolastico in corso: “l’obiettivo di concludere il lavoro già fatto e consentire a tutti i ragazzi e a ogni docente di questa regione di vivere la propria esperienza di apprendimento e di insegnamento in scuole realmente sicure e attrezzate per le varie attività culturali, scientifiche e di educazione fisica”. Non mi sembra che per Venafro, le cose stiano esattamente così, ma, alla luce di ciò che è accaduto, mi sorprende ancora di più ciò che ha detto il Sindaco in merito alle responsabilità del caso.

E’ chiaro che esiste un colpevole da ritrovare probabilmente tra tecnici e impresa, ma Venafro le responsabilità politiche le addebita esclusivamente allo stesso Sindaco ed alla sua sterile azione amministrativa. Purtroppo viviamo una situazione di disagio e degrado che non ha avuto eguali nei decenni, la gente ha da tempo, ormai, esternato tutto il malcontento ed ora chiede a gran voce che il Sindaco faccia la propria parte dimettendosi e restituendo alla Città la possibilità di scegliere una nuova Amministrazione capace di farla riemergere da questo pantano politico-istituzionale in cui è stata cacciata”.

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