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TERMOLI _ In un anno due aumenti dell’acqua sono passati inosservati. Infatti, nell’indifferenza più totale, è arrivata in questi giorni la bolletta del 3° trimestre del 2010 con un aumento delle tariffe di acqua (la fogna e la depurazione, che sono ricavi che avrebbero impatti positivi nelle casse del Comune, non sono state toccate in quest’ultima occasione).L’incidenza su base annua, per un’utenza domestica che consuma mediamente 150 mc/anno (e vi garantisco che per una famiglia di 3 persone che abita in un appartamento comune, sono la media), è di euro 5,68 comprensiva di IVA al 10% che, moltiplicate per 12.000 utenze fa un aumento di ricavi per l’azienda di euro 68.160 al netto di IVA; se consideriamo che le utenze sono circa 16.000 e che ve ne sono alcune migliaia che consumano ben oltre il volume ipotizzato sopra detto (150 mc/anno), il calcolo dell’aumento di ricavi è certamente sottostimato. In fondo alla seconda facciata della bolletta, nel riquadro dove sono esposti i prezzi unitari praticati, si legge:Le tariffe applicate sono fissate in accordo con il Comune di Termoli ed in ottemperanza alla normativa vigente”.

Questa frase fa sorgere qualche interrogativo: Dato che – ne sono certo – già durante l’amministrazione Montano l’allora SIGESA (ora CREA) riconobbe al Comune la titolarità esclusiva di decidere in materia tariffaria , sarebbe interessante sapere in quale atto il Comune avrebbe deliberato l’aumento e chi ha pubblicato sul BURM (Bollettino Ufficiale della Regione Molise) il provvedimento di aumento stesso. Se, verificato questo primo aspetto, fosse riscontrata una partecipazione attiva dell’amministrazione comunale, allora ci troveremmo d’accordo circa il dichiarato “accordo” enunciato in bolletta. Forse non tutti sono a conoscenza che tra il Comune di Termoli e l’azienda che gestisce il servizio idrico c’è un contenzioso di qualche milione di euro; dato questo presupposto, come potrebbe il Comune essere d’accordo nel deliberare aumenti a carico dei cittadini e a favore dell’azienda? La normativa vigente non ha mai annullato la deliberazione CIPE 52/2001 del 4 aprile 2001, in base alla quale in un periodo di 4 anni si sarebbe dovuto abbattere il minimo impegnato.

Se, quindi, la normativa vigente è ottemperate, come mai in bolletta è ancora presente il minimo impegnato? Ma siamo proprio certi che il Comune non sarebbe capace di fare meglio dell’azienda privata gestendo in autonomia il servizio idrico, garantendo un servizio migliore nel rispetto dei principi di solidarietà, conservazione e miglioramento degli impianti e delle reti, che, non credo occorra ricordarlo, sono di proprietà del Comune stesso (e quindi della Collettività Termolese)?

Credo che l’argomento meriti una profonda riflessione, visto sopratutto che fra 3 anni il contratto tra il Comune e la CREA – già SIGESA S.p.A. – scade (personalmente aggiungerei “finalmente” nella speranza di non cadere dalla padella nella brace). 

Lettera firmata

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1 commento

  1. aumenti
    Questa notizia dimostra come è possibile tenere un Consiglio Comunale sui problemi dell’acqua(questa estate),discutere giustamente sulla privatizzazione dell’acqua,sul referendum,approvare un o.del g. che nella sostanza invitava a predisporre un piano relativo a questa problematica e maggioranza e minoranza non si accorgono di tali aumenti.