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LARINO _ Essa ha già preso avvio dalla fine di agosto con la raccolta delle uve, in particolare di Pinot bianco. Uve sane e qualitativamente migliori con un grado zuccherino superiore a quelle dello scorso anno, che stanno a confermare la previsione di luglio fatta dall’Uiv e dalla Ismea che noi abbiamo commentato, cioè di un aumento di quantità del 10% di fronte al raccolto delle uve del 2009. Tenendo conto dell’estensione degli ettari in più di vigneto estirpati nel 2010 e della grandine che ha colpito duramente realtà come quella della viticoltura larinese e del Basso Molise, la vendemmia 2010 è da considerare eccezionale per quantità.

Se il buongiorno si vede dal mattino bisogna dire che la vendemmia del Pinot fa sperare non solo nella quantità di prodotto, ma, ancor più, nella qualità delle altre uve, bianche e rosse, che sono la premessa essenziale per un’annata di ottimi vini. La speranza è in un prezzo remunerativo per i viticoltori da parte del mercato, dopo annate punitive per questi bravi produttori, sia singoli che associati in cooperative. Il quadro del Molise è migliore del quadro nazionale nel momento in cui si va ridimensionando il dato positivo che avevamo dato a luglio, in particolare per le Regioni vitivinicole del Sud.

Da un +10% vendemmia 2010 “vigneto Italia”, si è passati a un -1%, ciò che vuol dire 45 milioni di ettolitri, così come nel 2009, grazie ai vigneti del nord e del centro che sono riusciti, per fortuna, a recuperare di fronte allo scorso anno. Questa nota è per noi anche l’occasione per un “in bocca al lupo” ai nostri viticoltori ed alle nostre cantine, ai quali dobbiamo essere tutti grati per la bella immagine che essi danno al nostro Molise, con la offerta di grandi vini, Doc e Igt, apprezzati dal consumatore del mondo, sempre più esperti e, come tali, esigenti.