Falsi Peu di classe A a Guarfialferia. Procuratore Vaccaro: “sequestrati soldi su conti Protezione civile prima di erogazione a Comune”.

La conferenza stampa
La conferenza stampa
LARINO – Uso illegittimo di risorse pubbliche per la ricostruzione post-sisma, contributi per l’autonoma sistemazione erogati a privati che non ne avevano i requisiti, maxi sequestro di 1,8 milioni di euro, 8 persone tra amministratori pubblici e tecnici di Guardialfiera deferiti all’autorità giudiziaria. Questi i risultati di una grossa operazione fatta scattare nelle ultime ore dalla Guardia di Finanza di Larino nell’ambito di un’inchiesta coordinata dal Procuratore capo di Larino, Ludovico Vaccaro. I finanzieri hanno avviato negli ultimi mesi una serie di complesse attività di accertamento sull’erogazione di fondi pubblici ai comuni nell’ambito della ricostruzione a seguito del sisma del 2002. In questo ambito sono riusciti a ricostruire un’intricata matassa di irregolarità che sarebbero state commesse da amministratori attuali e passati con la complicità di tecnici sia comunali che esterni per l’approvazione di Peu, progetti edilizi urbani inseriti come classe A pur non avendone i requisiti.

Secondo le risultanze investigative, i proprietari di tali immobili non risiedevano a Guardialfiera ma uno era residente in Belgio dal 1957, un altro a Bergamo già prima del sisma ed un terzo viveva a Guardialfiera ma in un altro stabile. Dunque non potevano essere inseriti nella ricostruzione post-sisma con la massima priorità, l’unica però ad essere finanziata con grosse somme dalla Protezione civile. A questo punto il Comune si è sostituito ai proprietari, visto che la legge lo consente, attivando le pratiche di ricostruzione e presentando i peu come di classe A. 

La Procura di Larino, a questo punto, ha proceduto con il sequestro delle somme non ancora erogate direttamente alla Protezione civile. Una vicenda segnata da una vasta serie di riscontri documentali prima di procedere con le denunce. 

L’amministrazione comunale di Guardialfiera, comunque, con il sindaco Remo Grande, era già finita al centro di un’inchiesta giornalistica di “Report” proprio sulla ricostruzione post-sisma, dalla quale è scaturito un processo conclusosi a mazo 2013 con l’assoluzione di tutti gli imputati, in tutto 4 persone: il sindaco stesso, gli assessori dell’epoca Osvaldo Catalano e Giuseppe Bellini e un tecnico esterno del Municipio, Lorenzo Tanzilli.

Undici i capi di imputazione a loro carico, a partire dall’abuso d’ufficio fino al falso. Secondo gli inquirenti, gli edifici per i quali erano stati ottenuti contributi e risarcimenti erano lesionati già prima del terremoto. Nel corso del procedimento giudiziario, però, la difesa di Grande, portata avanti dal penalista Fabio Del Vecchio, ha dimostrato la correttezza dell’operato svolto dall’amministrazione ottenendo l’assoluzione piena. Ora, un nuovo colpo di scena.

Articolo precedenteLadri colti in flagranza per furto al Costaverde
Articolo successivoDe Camillis: condanna di Iorio ingiusta. Ora nuovo slancio a centro destra