Rifiuti che, oltre a deturpare il paesaggio, costituiscono anche una grave insidia per la fauna ittica, in particolare per i cetacei che spesso restano vittime di queste sostanze che vengono ingerite perché erroneamente scambiate per cibo. Atteggiamenti sconcertanti che confermano il disprezzo per l’ambiente marino proprio da parte di chi dallo stesso trae lavoro e sostentamento quotidiano; a nulla sono serviti io tanti appelli e le segnalazioni che da anni Fare Verde inoltra alle autorità preposte alla vigilanza a margine delle operazioni di pulizia dei litorali. Al termine della mattinata di lavoro sono stati circa 80 i grandi sacchi di rifiuti accumulati e che saranno raccolti , si spera il più celermente possibile, per lo smaltimento, dalla ditta incaricata dal Comune di Campomarino.
Fare verde lancia l’allarme: foce Saccione è immensa discarica a cielo aperto
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CAMPOMARINO – Si è svolta questa mattina sul litorale di Campomarino la 23^ edizione de “IL MARE D’INVERNO”, iniziativa di tutela ambientale promossa da FARE VERDE, che ha coinvolto tanti volontari ed associazioni, impegnati nella raccolta di rifiuti abbandonati o riversati dalle mareggiate sulla spiaggia del litorale sud di Campomarino, nei pressi della foce del Torrente Saccione, un Sito di Interesse Comunitario di particolare pregio naturale e paesaggistico. Oltre Fare Verde, si sono rimboccati le maniche, sfidando la pigrizia domenicale, i volontari della Protezione Civile di Campomarino, del Corpo di Guardie Ecologiche Volontarie, di ambiente Basso Molise e delle associazioni animaliste OIPA ed Accademia Kronos, tutti accomunati dal medesimo impegno civico e rispetto per l’ambiente. Anche quest’anno la situazione si è rivelata drammatica: un vero e proprio museo dei rifiuti di ogni sorta, dove plastica e polistirolo dominano come sempre la scena: bottiglie, flaconi, contenitori di ogni specie, indumenti, accendini, imballaggi, oggetti usa e getta delle più svariate tipologie e tanti rifiuti ingombranti tra cui copertoni, bombole di gas, elettrodomestici, taniche industriali, boe da ormeggio dismesse, ecc… Ma l’aspetto più sconcertante resta la presenza smisurata di rifiuti derivanti dal settore del commercio ittico: centinaia di cassette di polistirolo, di quelle comunemente usate dai pescherecci per confezionare il pesce, nonché le reti di plastica utilizzate negli allevamenti di cozze (c.d. “reste”), rinvenute a migliaia sulla spiaggia, chiaramente gettate in mare dagli stessi allevamenti della zona.