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di Paolo Spina

CAMPOBASSO _ La grave crisi economica mondiale che ha colpito negli ultimi due anni l’intera economia planetaria sembrerebbe (ma il condizionale è d’obbligo) allentare la propria presa. Nella nostra regione la crisi ha pesantemente colpito un già fragile tessuto industriale e la sua onda lunga si sta propagando anche agli altri comparti dell’economia. Il terziario, in particolare il commercio e il turismo, stanno vivendo ore nere nella regione, difficoltà accentuate dalla dimensione spesso monocellulare delle imprese e dalla insufficiente strutturazione organizzativa delle microimprese locali. Ma è un fatto che, in tempi così bui, serva un supporto ed un aiuto da parte del settore pubblico ed in specie da parte dell’ente più rappresentativo della comunità locale, ossia la Regione Molise. Intervento che proprio in questi giorni si sta concretizzando nella sua forma più articolata, che è quella del pacchetto di misure anti crisi varato dalla Giunta regionale, su iniziativa del Governatore e dell’Assessore Gianfranco Vitagliano, ed oggi in via di attuazione. La Confcommercio sottolinea la positività di una siffatta azione di sostegno per il superamento delle difficoltà delle imprese molisane, specie perché cerca di sostenere le stesse in uno dei nodi più problematici della loro vita quotidiana: il rapporto con le banche.

Anche qui va fatta una premessa necessaria: il mondo del credito detiene un potere oligopolista indubitabile, tanto più indubitabile se a fronteggiarlo sono, come nel caso del Molise, solo tanti piccoli imprenditori individuali o aziende familiari, la cui sudditanza psicologica e informativa è palese e difficilmente contrastabile. Ed è un altro fatto risaputo che le banche non vogliono affatto rinunciare ai ricchi e lauti guadagni che tale rendita comporta, evitando però di assumere rischi di qualsiasi genere con i soggetti contrattualmente più deboli, ossia sempre le microimprese e le piccole imprese. Conseguenza di tutto ciò è che nel Molise le banche hanno aumentato i costi, palesi e occulti degli impieghi e soprattutto hanno deciso di ridurre enormemente le possibilità di accesso al credito dei soggetti più deboli, preferendo inseguire i grassi margini derivanti dalla finanza derivata e da un’opaca gestione del risparmio dei consumatori. Le banche, che sono una sorta di cartello naturale, hanno fatto questo con comportamenti coordinati anche se, forse, non organizzati dall’alto ed oggi per le imprese più piccole le difficoltà stanno diventando drammatiche.

Ben venga quindi un intervento regionale come quello del pacchetto anticrisi che, con l’erogazione di garanzie accessorie da parte della Finmolise o con interventi bancari diretti della stessa, cerca di lenire i risultati di una politica così penalizzante per il nostro tessuto economico, formato nella stragrande maggioranza proprio da microimprese o piccole imprese. Ma anche qui il ragionamento va approfondito. Perché parte delle colpe dell’affanno finanziario degli operatori economici locali risiede nella stessa amministrazione pubblica, inclusa quella regionale (vedi la sanità). L’enorme dilatarsi dei tempi di pagamento da parte della pubblica amministrazione, per ragioni di bilancio e di cassa, ha drammaticamente aumentato i fabbisogni di linee di credito da parte delle imprese, che hanno necessità di smobilizzare i propri crediti. Il combinato disposto di pagamenti ritardati e restrizione all’accesso al credito ha portato alla drammatica situazione attuale. Nel Molise poi, come è risaputo, il peso della spesa pubblica è maggiore che in altre regioni d’Italia e tale peso riguarda anche i settori produttivi, basti pensare al rilievo degli appalti pubblici nel settore edile nella composizione del Pil molisano. E’ evidente quindi come ogni ritardo di pagamento della pubblica amministrazione impatta in modo diretto sulle condizioni di liquidità del sistema economico.

Ecco perché il pur apprezzabile pacchetto anticrisi deve essere integrato da ulteriori misure e da un atteggiamento complessivamente diverso della pubblica amministrazione locale, segnatamente quella regionale. Vanno accelerati i pagamenti in favore delle imprese creditrici e vanno supportati poi quegli strumenti che hanno dimostrato di funzionare bene, dotandoli di adeguati finanziamenti. Pensiamo in questo senso all’Artigiancassa , un potente volano di liquidità che peraltro per la sua natura (l’intervento giunge dopo una positiva istruttoria da parte degli istituti di credito, e abbatte solo gli interessi del finanziamento) aiuta le aziende sane. Eppure l’Artigiancassa che in tempi brevissimi (sei mesi di attività dal suo primo rifinanziamento) ha concesso prestiti ad oltre duecento imprese per oltre 20 milioni di euro oggi ha a disposizione appena 300.000 euro, con molte domande da parte delle imprese che rischiano, se non interviene un nuovo rifinanziamento, di restare inevase. Ma così facendo la fame di credito si acuirebbe e la crisi di liquidità si aggraverebbe ulteriormente.

Tutto il mondo economico e produttivo, quindi, chiede che la Regione rifinanzi in tempi brevissimi Artigiacassa, un modo concreto e funzionale per dare un’ulteriore risposta alla crisi. E sempre la Regione deve poi con chiarezza e tempi altrettanto rapidi decidere se vuole supportare, come inizialmente aveva esplicitato, il consorzio Fidi di secondo grado Fidi Molise, che raggruppa le realtà consortili espressione dei ceti produttivi molisani già esistenti. Il Presidente Iorio e l’Assessore alla Programmazione Vitagliano, in un incontro ufficiale tenutosi presso la Camera di commercio, avevano apprezzato l’iniziativa e contestualmente garantito il sostegno finanziario della Regione per attivare la garanzia del consorzio in favore delle imprese locali richiedenti prestiti bancari.

Oggi siamo invece fermi, del contributo non si è vista traccia e sembrerebbe che l’orientamento sia quello di far svolgere tutto all’interno della pubblica amministrazione, per il tramite della finanziaria regionale, la Finmolise. Scelta anche legittima, benché passibile di un interpretazione politica e di acquisizione del consenso, ma che va motivata in modo adeguato e resa trasparente in tempi brevi per evitare qualsiasi forma di incertezza. In effetti la crisi e il suo superamento, come ogni cosa nella vita umana, richiede soprattutto fiducia. Per creare fiducia però, specie in un ambiente tanto avverso, ci vuole tempestività, chiarezza e comportamenti coerenti e conseguenti.

                                                                                                                                           * Presidente Confcommercio Campobasso

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