Mi sembra che con questa pseudo-riforma si voglia realizzare un progetto molto pericoloso: esautorare il Parlamento dalle sue fondamentali prerogative e porre il nostro Paese, definitivamente, sotto il diretto controllo governativo. Ma non è tutto. Se si legge con attenzione il provvedimento si nota che si ratificano molte riforme volute dall’Unione europea che esautorano le politiche economiche nazionali ed erodono i principi democratici costituzionali. La nostra Carta Costituzionale invece persegue una democrazia sociale di matrice solidaristica con un’economia mista e con una significativa presenza del pubblico nei settori nevralgici per l’economia e la società quali scuola, salute, credito, energia. La nostra Costituzione presuppone una forma di governo parlamentare incardinata su assemblee elettive ampiamente rappresentative (Corte Cost. sent. n. 01/2014 sul Porcellum). Questo assetto è radicalmente negato dalla riforma della Costituzione ora proposta, con la soppressione del Senato elettivo e la concentrazione del potere sul Governo. Parimenti inconcepibile è la legge elettorale già approvata, per la previsione di un altissimo premio di maggioranza a un solo partito, l’eventualità di un ballottaggio senza soglia, parlamentari in prevalenza sottratti alla scelta degli elettori con il voto bloccato sui capilista.
Per me questa non è una riforma accettabile anche perché è realizzata da un parlamento sostanzialmente delegittimato per la certificata incostituzionalità del suo fondamento elettorale, e da maggioranze posticce alimentate dai cambi di casacca, con componenti imputati e indagati per delitti di non lieve entità e pronti a ogni forzatura delle norme costituzionali e regolamentari. Questo contrasto non può che essere sciolto opponendo per via referendaria alle politiche in atto la forza del popolo e vincendo il referendum costituzionale.
Il futuro dell’Italia si giocherà tutto sul referendum di ottobre, quando forse per l’ultima volta gli italiani saranno chiamati a scegliere “liberamente”. L’opzione sarà tra la Costituzione di Calamandrei e degli altri dei padri costituenti e quella di Renzi, Verdini e degli altri onorevoli e senatori imputati (alcuni condannati) per delitti non di lieve entità. Questa volta “per fortuna” non è previsto il quorum. Da oggi per me comincia la campagna elettorale contro questa “riforma” e ovunque andrò dirò ciò che penso della modifica della Costituzione ad opera di parlamentari eletti con premi di maggioranza frutto di una legge dichiarata incostituzionale! A breve costituiremo un comitato indipendente contro la riforma costituzionale in atto. Il tutto sempre nel rispetto delle regole e dell’opinione contraria altrui.