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Riccardo Mascolo
TERMOLI _ Il terremoto in Emilia Romagna blocca la produzione anche nella Fiat di Termoli. A causa dei ripetuti eventi sismici nell’impianto di Crevalcore, in provincia di Bologna, i dirigenti dello stabilimento della citta’ hanno annunciato lo ”stop” lavorativo a partire dalla nottata di ieri per 4 turni lavoratori. Ad essere interessati dal “blocco”, gli operai dell’area motori 8 valvole.

 

 La turnazione sara’ recuperata durante la prossima settimana in cui e’ stata annunciata la nuova cassa integrazione: dal 28 maggio al 1 giugno.

Il settore cambi C 510 ed M40 resteranno fermi tutta la settimana mentre i lavoratori del montaggio dei cambi resteranno a casa solo i primi giorni, Giovedi’ e venerdi’ prossimo lavoreranno. Il terremoto, dunque, si ripercuote anche nell’impianto termolese sempre più interessato dagli “stop” alla produzione. La conferma arriva dal segretario regionale della Fim-Cisl Riccardo Mascolo il quale segue da vicino l’evolversi della vicenda legata all’arrivo dallo stabilimento dell’Emilia Romagna di prodotti e semilavorati. Fino a questo momento le continue scosse telluriche hanno creato più di qualche problema all’impianto in provincia di Bologna e gli effetti negativi non si sono fatti attendere anche in zona.

A peggiorare la situazione, la nuova settimana di cassa integrazione annunciata per la prossima settimana oltre quella già dichiarata nei giorni scorsi che va dall’11 al 17 giugno prossimo. In tale occasione gran parte dello stabilimento di Contrada Pantano Basso resterà a riposo. Dunque si susseguono una dietro l’altra le “ferie forzate” per gli operai che non nascondono, a questo punto, le proprie preoccupazioni per il futuro lavorativo. La recessione ha determinato l’affondamento di numerose imprese e la forte crisi per altre.

La Fiat, l’impresa automobilistica italiana famosa in tutto il mondo, ne ha risentito in maniera importante. L’impianto termolese fino a questo momento era stato interessato in minima parte ma ora, a mano a mano che passano i mesi, la cig continua ad essere sempre presente. “Questo è sicuramente il periodo più brutto dopo gli anni 90 _ hanno dichiarato alcuni operai. Per i giovani ci sono poche possibilità di inserimento e noi che lavoriamo da diversi anni, notiamo la differenza rispetto a qualche anno fa, quando le cose andavano meglio. C’è da essere poco sereni”.

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