TERMOLI _ Prosegue l’attacco del governo al lavoro pubblico ed in particolare alla scuola ed all’università. Nella bozza sulla legge di stabilità non c’è nessuna inversione rispetto alle politiche dei tagli per scuola pubblica e per università pubblica. Ci sono pochi spiccioli per le università ormai al collasso, niente ripristino dei tagli per il diritto allo studio, cancellazione dei dirigenti scolastici sotto i 300 alunni, taglio di 1000 assistenti amministrativi e un numero imprecisato di tecnici di laboratorio. Mentre alle scuole paritarie si regalano 242 milioni di euro, alle università private 20 milioni di euro, all’istruzione pubblica si prosegue con la politica dei tagli. L’operazione di dimensionamento della rete scolastica che il MIUR sta cercando di imporre non prevede il miglioramento qualitativo dell’offerta formativa sul territorio ma, invece, vuole risparmiare altri 172 milioni di euro.
Da qui la norma che prevede istituti comprensivi non al di sotto dei 1000 alunni. Una devastazione per la scuola molisana! .Dimensionamento vuol dire chiudere sedi scolastiche, accorpandole ad altre, togliere le scuole dal territorio, creare, le scuole pollaio, dopo le classi pollaio. Sarebbero soppresse 1.130 scuole e altrettanti posti di lavoro di dirigente scolastico e Direttore dei servizi amministrativi, oltre a 1.765 posti di collaboratore scolastico. Questo in Molise significherebbe che 49 istituzioni scolastiche sarebbero a rischio di chiusura (13 sono al di sotto dei 300 alunni e 36 al di sotto dei 500 alunni). Con altre perdite di posti, stimabili attorno alle cento unità, tra dirigenti scolastici, i DSGA, gli assistenti amministrativi ed i collaboratori scolastici. Questa operazione imposta con la manovra di luglio nasce già illegittima, visto che la competenza sulla rete scolastica è delle regioni. Intanto le scuole non sanno quale sarà il loro destino, le famiglie non sanno dove andranno a scuola i figli e i comuni non sanno dove prendere i soldi se i cittadini avranno bisogno di più scuolabus. Questa operazione non ha, com’è evidente, alcun fondamento didattico.
Lo diciamo da anni: una razionalizzazione delle rete scolastica sarebbe persino auspicabile, ma non può essere fatta con un atto d’imperio che cade dall’alto, ma con un meditato ragionamento territorio per territorio con il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati. Il piano di dimensionamento deve rientrare all’interno di una logica di programmazione generale del territorio. Non ci faremo intimidire dai ricatti del governo e continueremo la mobilitazione, dopo la grande manifestazione dell’8 ottobre, per licenziare un esecutivo ormai distante dai problemi reali della scuola e dell’università pubblica e che intende peggiorare le condizioni materiali delle nuove generazioni e non intende riconoscere i diritti di chi sta garantendo, in condizioni devastanti, il diritto all’istruzione.
Il segretario regionale Sergio Sorella