
La domanda che mi sembra sia stata posta al sindaco ed all’amministrazione è infatti, o almeno dovrebbe essere, da quanto mi è dato capire, un ‘altra e non ha nulla a che vedere con il sottoscritto (“vittima” per il solo fatto di avere operato, gratuitamente, per il comune di Termoli, in onore ad una causa ambientalista dismessa improvvisamente e di recente dallo stesso comune): mi sembra che si chieda, ma può darsi che mi sbagli, di conoscere le ragioni per le quali l’amministrazione abbia rinunciato non al suo avvocato (già vittima a suo tempo di un colossale “abbaglio”), ma ad una vertenza che pendeva dinanzi al TAR Molise contro l’installazione della turbogas (e non anche sulle misure compensative) ancor prima che il giudice amministrativo emettesse la sentenza, impedendo o precludendo, di fatto, una decisione del TAR su un punto o profilo decisivo quale quello della contestata mancanza di intesa tra Stato e Regione Molise preclusiva, ad avviso del sottoscritto, del perfezionamento della procedura di autorizzazione all’istallazione della centrale (circostanza questa che sembrerebbe oggi riconosciuta anche dalla Procura della Repubblica di Campobasso che, anche per tali ragioni, ha avviato un procedimento penale, ripercorrendo molte delle argomentazioni oggetto di ricorso dinanzi al TAR).
In breve, mi sembra che non si chiedano tanto i lumi sul sottoscritto o sull’inutile revoca di un mandato gratuito peraltro già dismesso, quanto piuttosto sul fatto che essendo stata la contrarietà alla turbogas un cavallo di battaglia elettorale dell’attuale amministrazione forse sarebbe doveroso spiegare alla collettività perché la stessa amministrazione abbia deciso (peraltro proprio oggi che tali tesi hanno conseguito un qualche riscontro da parte degli organi inquirenti) di tirare i remi in barca trasformando il tutto, né più né meno, che in una questione di misure compensative e di soldi assai distante dal profilo della tutela ambientale originariamente perseguito. E non è un caso che la domanda venga posta all’attuale Sindaco non già a seguito dell’inutile revoca del sottoscritto professionista (vecchia di due anni), ma a seguito della più recente delibera con la quale l’amministrazione ha deciso di rinunziare ad un giudizio ancor prima della sentenza.
Ora, se la domanda è questa, ma può darsi che mi sbagli, cosa c’entra in tutto ciò il sottoscritto che ha operato per conto dell’amministrazione fornendo gratuitamente un lavoro assai complesso (ne è prova l’entità del ricorso ampiamente condiviso dalla Procura in un procedimento penale nel quale l’amministrazione non ha ritenuto neppure di costituirsi parte civile, contrariamente a quanto fatto dal Codacons) di seguito inaspettatamente cestinato dallo stesso comune che lo aveva commissionato? Caro Sindaco, a fronte di tutto ciò, più che dispiacermi per l’inutile e complesso lavoro e per la perdita del Greco, forse ambientalista militante e forse anche romantico, che avevo avuto il piacere di conoscere proprio in occasione di tali vicende, non mi è dato fare. Quanto al resto, però, penso di potere confermare il mio colossale abbaglio e, cordialmente, la saluto.