TERMOLI _ La campagna elettorale del centro sinistra (perché di questo si tratta, non di primarie), vista dal versante del mondo del lavoro, fa tristezza. Ognuno cerca di lucrare una piccola rendita di posizione in attesa di un possibile sfaldamento del regno di Iorio. Secondo me, la prima domanda che un dirigente del centro sinistra molisano dovrebbe porsi è: come possiamo mandare a casa coloro che stanno affamando il Molise e sostituirli con una classe dirigente capace ed affidabile? Invece, molti dirigenti del centro sinistra, si arrovellano su altri interrogativi così sintetizzabili: quale sarà il mio posto nei futuri scenari?

C’è, lo si vede quotidianamente, prevalentemente l’aspirazione personale. Con questi presupposti, difficilmente si potrà riuscire a fare sintesi sugli interessi generali. In un contesto del genere, nonostante la fiducia che gli elettori molisani hanno riposto in passato, in più occasioni, al centro sinistra, non si vede un cambiamento di rotta. Una classe dirigente si dovrebbe scegliere su ciò che ha realizzato, sulla capacità di aggregare, sulla chiarezza delle posizioni assunte, sui risultati ottenuti, insomma, sulle prove di affidabilità che ha dimostrato nel suo agire quotidiano. Proprio per questo, a me sembra, che più di qualcuno dei candidati del centro sinistra non meriti un ruolo dirigente. L’azione politica, nel centro sinistra molisano, non è legata a progetti, programmi, idee e valori che uniscono; è spesso incentrata, piuttosto, ad individuare ed accentuare tutte le micro differenze che dividono. Lo si è visto spesso, ad esempio: nei comportamenti dei consiglieri regionali; nelle proposte da loro sostenute, nelle loro iniziative politiche; nella composizione dei gruppi dirigenti; nelle scelte dei candidati per le amministrative (Termoli e Campobasso sono un esempio indecente); nel dibattito sui grandi problemi della società molisana.

Il centro sinistra non è riuscito mai a parlare con una voce sola. Difficile pensare che gli stessi personaggi possano, oggi, fare una sintesi unitaria. Dov’erano in passato? Cos’hanno fatto per evitare questa frantumazione? Si può dire che hanno lavorato per l’unità? Credo che nel Molise le emergenze siano tante e rilevanti (crisi industriale, imprese che chiudono, cassa integrazione alle stelle, emergenza sanità, trasporti nel caos, scuola pubblica devastata, rete dei servizi sociali impoverita, edilizia allo sbando, ecc.) per cui non ci si può attardare a seguire questi balletti inconcludenti e pericolosi. Il mondo del lavoro ed i cittadini hanno bisogno di risposte credibili e di un ceto politico autorevole. Già in passato i cittadini molisani hanno dato credito al centro sinistra e sappiamo com’è andata a finire! Ciascuno faccia la sua parte nell’interesse collettivo. E’ ora di costruire e non di scansare macerie generate dalle contrapposizioni personali.

Sergio Sorella

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1 commento

  1. parole di fiele, parole di miele
    dice bene, è ora di costruire. Incominci lei, invece di scrivere l’ennesimo discorso distruttivo. Se non sbaglio lei dirige un importante sindacato che si colloca in quell’area, quindi non è un cittadino qualunque,in qualche modo possiamo dire che lei è un dirigente del centrosinistra. Allora, invece di usare parole di fiele per trovare nei candidai ciò che li divide o le loro magagne, usi parole di miele per dire ciò che li rende speciali. Se vuole fare un servizio alla sinistra. Altrimenti meglio tacere.