casalibroTERMOLI – Alla Casa del libro di Termoli sta avendo molto seguito il club psico-letterario, gruppo di lettura che unisce attorno ad un unico tavolo disagiati psichici ed immigrati per favorire la conoscenza e l’integrazione sociale attraverso la lettura di racconti, fiabe e testi di narrativa. L’iniziativa, voluta dall’associazione culturale presieduta da Daniela Battista, è organizzata in stretta collaborazione con il centro diurno di salute mentale dell’Asrem ed il progetto Sprar della Caritas diocesana di Termoli-Larino.

Nella sede dell’associazione letteraria, gli operatori dei vari centri, hanno illustrato l’iniziativa, già avviata, e che sta ottenendo buoni risultati. Letture ad alta voce di storie, favole ed altri libri selezionati da una psicologa clinica ed assistente sociale vengono effettuate ogni settimana dal gruppo composto da utenti del centro diurno e richiedenti asilo dello Sprar.

In questo modo – hanno commentato Luca Scatena e Roberto De Lena del progetto Sprar – si favorisce il confronto sulle varie diversità non solo culturali ma anche di vita, permettendo un incontro. Questo è un punto di partenza utile per promuovere in maniera pacata una integrazione sociale e culturale”.

“Le letture sono molto variegate – ha spiegato la presidente de La casa del libro, Daniela Battista –, c’è un po’ di tutto. L’unico requisito per poter partecipare al club psico-letterario che è composto da circa 20 persone, è un minimo di comprensione di italiano. Ci si incontra ogni mercoledì mattina, dalle 10 alle 12, si legge ad alta voce un brano selezionato e poi si discute. Il confronto viene scritto integralmente, così come avviene la discussione. L’insieme di questi documenti va a costituire un opuscolo che poi viene regalato. Il risultato è di grande interesse”.
L’iniziativa avviata ad ottobre scorso, durerà otto mesi ma già sta riscuotendo consensi. “Ascoltare il racconto degli altri è utile – hanno spiegato le operatrici del centro diurno: Lucia Corsi ed Antonella Daversa – per la vita dei partecipanti, per migliorare l’alfabetizzazione degli stranieri ma anche per creare integrazione in maniera silenziosa attraverso la condivisione non solo del vissuto ma anche della lettura e dello scambio dei testi”.

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