CAMPOBASSO_ “I tagli operati da questo Governo hanno messo in ginocchio molti settori tra cui l’agricoltura, che costituisce un pilastro tradizionalmente importante nel nostro Paese. L’Idv ha da sempre sostenuto le istanze degli imprenditori agricoli e ha di recente predisposto una proposta di legge per il potenziamento del primo settore, frutto della collaborazione con gli addetti ai lavori, in occasione di un incontro tenutosi a Roma nel maggio scorso”. E’ quanto affermato dall’ on. Anita Di Giuseppe, capogruppo dell’Italia dei valori in Commissione Agricoltura.

“Abbiamo poi sentito la necessità di allargare gli orizzonti in questo campo. Per questo motivo_ continua la Di Giuseppe_ ho  richiesto un’indagine conoscitiva sul fenomeno dell’agricoltura sociale. I pilastri dell’agrisociale sono la sicurezza alimentare, la sostenibilità ambientale, la conservazione del paesaggio e delle risorse e l’equilibrio sociale. Essa risponde ai nuovi bisogni della collettività, in forma singola, associata, pubblica e privata, integrando servizi terapeutici, assistenziali e occupazionali per soggetti e aree fragili tramite la produzione agricola e zootecnica.

Nel mondo dell’agrosociale trovano spazio terapie assistite, ortoculturali e riabilitative e si favoriscono l’inserimento lavorativo per persone diversamente abili, detenuti, tossicodipendenti e nuove forme d’apprendimento.

 La dimensione agrosociale aiuta a gettare un ponte tra la realtà urbana e quella rurale, a sviluppare un’attitudine collaborativa e a creare nuove opportunità di sviluppo, insieme con le Comunità montane, i centri per l’impiego, le ASL e il terzo settore.

Inoltre, promuove un sistema inclusivo di servizi economici, produttivi, sociali e terapeutici, per favorire l’integrazione di persone svantaggiate mediante il lavoro agricolo e la multifunzionalità. Le aziende multifunzionali forniscono sicuramente servizi economici, ma con una peculiarità: il perseguimento di nuovi obiettivi sociali e ambientali: ecco allora l’agriturismo, i progetti di fattorie didattiche, la trasformazione e la vendita di prodotti, le attività culturali e sportive, la salvaguardia della diversità e la promozione di fonti energetiche rinnovabili.

In Italia esistono 5mila esperienze che contano 60mila persone impegnate nell’agrosociale e alcune Regioni hanno già adottato leggi a riguardo; tuttavia i tagli alla spesa sociale hanno finora tarpato le ali delle iniziative agrosociali, che devono essere aiutate a spiccare il volo con un migliore impiego delle misure Ue contenute nei PSR, con i Fondi sociali e i fondi per la non autosufficienza.

L’indagine servirà ad acquisire dati sulle caratteristiche qualitative e quantitative, ma anche sui risultati raggiunti, approfondendo il quadro normativo sul quale si basa l’agricoltura sociale”_ ha concluso la Di Giuseppe.

Articolo precedenteOggi a Campobasso conferenza stampa di Iorio
Articolo successivoMassimo Romano: “Mi candido per la Presidenza della Regione”