Il convegno a Termoli
TERMOLI – Vari motivi hanno indotto la presidente della sezione FIDAPA di Termoli a iniziare il suo mandato per il biennio 2013/15 con il convegno realizzato mercoledì 4 dicembre 2013 presso la Galleria civica della cittadina adriatica. Anzitutto una pronta adesione alle direttive della presidente distrettuale, M.Antonietta Amoroso,che ha dedicato il mese dal 15 nov. al 15 dic.2013 alla “Promozione dei diritti umani”. Nel dare voce alla testimonianza autobiografica di Isabella Astorri c’è il desiderio di incarnare il contributo delle fidapine termolesi ad una tematica sempre più vasta e dolorosa. Nel contempo,ribadire la propria coerenza ad una problematica già dibattuta con ampiezza in convegni precedenti e approfondita con un inserto specifico sulla rivista “Meteora” del marzo 2013.

Eccoci dunque a sfidare i rigori del freddo nella Galleria civica, gremita come sempre dagli ospiti fedeli agli inviti della Fidapa, per ascoltare i relatori ufficiali: Isabella Astorri, autrice del libro “Io e…ma questa non è un’altra storia” e Gianni Spallone, che ne ha scritto la prefazione. Si presenta al pubblico per la prima volta la neopresidente, prof.ssa Anna Musacchio, che saluta i presenti,ringrazia le autorità e passa subito la parola ai rappresentanti delle Istituzioni. Il presidente del consiglio comunale, dott.Alberto Montano, esprime la stima personale per la Fidapa,”una delle associazioni più attive e qualificate della nostra città”,nella convinzione che le Istituzioni debbano sempre premiare e accompagnare “l’intelligenza,l’entusiasmo e la buona volontà”. Accoglie con calore i relatori perché con la loro personalità e impegno offrono la possibilità di “riflettere su mondi lontani da noi”, a cui non si presta di solito la nacessaria attenzione. L’assessore alla cultura, avv.Michele Cocomazzi, a sua volta,gratifica le fidapine con un inedito intervento sul Diritto internazionale.

Sottolinea che il “Mese per la tutela dei diritti umani” coincide con il 65° anniversario della “Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo” adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948. Cita la Risoluzione 794 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU che il 3 dicembre 1992 autorizza gli stati membri all’intervento armato in Somalia, dilaniata da lotte intestine, per consentire la ripresa degli aiuti umanitari. In tale ambito si colloca l’Operazione IBIS,alla quale partecipa l’Italia con 3000 uomini della Brigata Folgore e di cui I.Astorri, crocerossina volontaria, ci dà testimonianza diretta nel suo libro.

La sistematica violazione del diritto umanitario e di quello internazionale, soprattutto a danno delle fasce più deboli (donne,bambini,anziani,disabili) ha indotto gli Organismi internazionali a innescare strumenti di inchiesta e di incriminazione, oltre che normative rivolte in particolare alla difesa delle donne nei conflitti armati. Ciò comporta in campo tecnico-giuridico la necessità dell’adeguamento alle norme internazionali da parte degli Stati sovrani, specie quelli in via di sviluppo. In parallelo,tuttavia, “esiste un drammatico problema di involuzione culturale: l’incremento spropositato di violenza sulle donne nei paesi industrializzati, che traccia una linea senza precedenti sulla cultura della vita e della convivenza civile e ci porta a riflettere su dove andiamo”. Dopo la documentata disamina dell’ass.M.Cocomazzi, la presidente introduce il programma stilato per la serata. Comunica il tema proposto dalla presidente nazionale per il biennio 2013/15: “Ruolo e finalità delle Associazioni femminili in una società in continua e rapida evoluzione”, ricorda quello distrettuale (“Mese della promozione dei diritti umani”) e si sofferma a spiegare il significato della sedia vuota posta sul palco,con il cartello “Posto occupato” e una sciarpa rossa. Sono un simbolo e una denuncia: una donna è assente perché un uomo l’ha uccisa. Si è giunti così al cuore della serata: la presentazione di I.Astorri e G.Spalllone. Della prima, più dei tanti titoli del curriculum,che pur in parte vengono citati, conta soprattutto il suo ruolo di protagonista e personaggio indimenticabile nel libro di cui è anche autrice.

Il secondo è docente di Spagnolo in varie università e direttore della collana “Centofiori” per le edizioni “Il Bene Comune”. A lui il compito di delineare , con analisi accurata ed esegesi critica, l’opera prima di I.Astorri. Nell’arco secolare della letteratura autobiografica, un genere tra storia e finzione, quello delll’Astorri è “un libro insolito”, per la compresenza di tonalità tra loro molto diverse e per la moltelicità delle tematiche affrontate. Le parti iniziali sono incentrate con toni ironici e vivaci sulla rievocazione dell’infanzia e dei personaggi archetipici della famiglia; il terzo capitolo alterna accenti misurati per adeguarsi ai drammi osservati e vissuti durante la missione in Somalia. E’ predominante la presenza dell’Io nella narrazione ma l’autrice non si prende troppo sul serio. Riesce però a rendere universale una esperienza privata, sollecitando la fantasia del lettore e rinnovando il prodigio di una vita vissuta che si trasforma in oggetto estetico.

I.Astorri, nel suo intervento, esprime la gioia per la possibilità di parlare del ruolo delle donne nei conflitti armati. E’ un’affabulatrice generosa, che ci trasporta nel deserto somalo, al tempo dell’Operazione IBIS, tra mille difficoltà, malattie e disagi. Elenca condizioni di vita aberranti ma accettate e tramandate dalle stesse donne: la sottomissione totale all’uomo (nella veste di padre,fratello,marito), il terrore del ripudio che condanna la donna alla vergogna e alla rovina totale, la pratica dell’infibulazione, considerata come norma consuetudinaria.

Sottolinea che le donne sono vittime invisibili e dimenticate dei conflitti armati. Lo stupro e la riduzione a schiavitù così come la distruzione dei beni culturali sono mezzi di combattimento, miranti a distruggere l’identità di un popolo. Nel mondo sono in atto circa 200 conflitti, per lo più sconosciuti , ignorati dai massmedia; la tortura è usata anche dai paesi civilizzati; l’80% delle perdite riguarda i comuni cittadini. Negli ultimi anni le Convenzioni internazionali hanno ratificato come crimini di guerra lo stupro e la violenza sessuale, così come hanno proibito l’uso di armi capaci di distruzioni di massa ma tali leggi non vengono rispettate! A conclusione della serata, la presidente saluta il pubblico e ringrazia i relatori per la ricchezza delle emozioni che hanno suscitato con la densità degli spunti di riflessione. In realtà, mentre la sala si svuota i convenuti si scambiano impressioni e valutazioni ed è possibile cogliere in molti un particolare turbamento. I drammi raccontati da Isabella riecheggiano nel cuore e sollecitano sensi di colpa o di impotenza. Il corollario doveroso per tutti,dopo un convegno tanto intenso quanto impegnativo, è uno solo: sentire lo stimolo personale di costruire un futuro più rispettoso dei fondamentali diritti umani.

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