TERMOLI _ Non c’è solo Melfi. Il caso verificatosi a Termoli, in Molise, presenta connotati di maggiore gravità rispetto a quello lucano. Invero è accaduto che un dipendente della multinazionale americana Momentive Performance Materials Specialties srl, prima appartenente alla Union Carbide (per intenderci, il gruppo a cui apparteneva la fabbrica esplosa a Bopal, in India, provocando migliaia di morti), ha ottenuto in data 11 dicembre 2009 una sentenza di reintegra dalla Corte D’Appello di Campobasso a seguito di licenziamento ingiustamente intimatogli dalla Società. Nella fattispecie va evidenziato che il lavoratore in questione è stato licenziato tre volte dall’azienda con diverse motivazioni e in tutti i casi, dopo aspre battaglie processuali in sede di urgenza e di merito, è riuscito a dimostrare l’illegittimità dei recessi datoriali, ma quella alla quale qui si fa riferimento costituisce addirittura una sentenza di secondo grado, a cui – ad oggi – la Momentive non ha ottemperato.

Più precisamente non solo la Società non ha reintegrato il dipendente, ma non gli ha corrisposto nemmeno le retribuzioni maturate dall’epoca del licenziamento e non lo paga mese per mese, come invece pare stia facendo la FIAT nell’ormai noto caso, da giorni sotto i riflettori.

Di conseguenza il lavoratore ha dovuto promuovere azioni esecutive ai fini del recupero, quantomeno, delle spettanze di natura economica, ma – inspiegabilmente – nelle banche di riferimento della Società non risultano esserci soldi sui conti intestati alla stessa. E’ un calvario, dunque, quello che il sig. Pano Roberto (anch’egli impegnato nella CGIL quando era in produzione; esattamente come i lavoratori licenziati a Melfi), sta vivendo sin dal 2001 per colpa del comportamento vessatorio di questa florida azienda americana, che ora, però, in dispregio delle regole giuridiche e di convivenza civile, ha alzato il livello dello scontro, arrivando a non tenere in alcuna considerazione le sentenze dei giudici del nostro Paese.

Da ultimo la medesima ha persino inviato al lavoratore una lettera nella quale minaccia azioni legali nei suoi confronti per avere lo stesso denunciato il suo caso agli organi di stampa locali, ledendo a suo dire il buon nome e l’immagine della Società. Il lavoratore, assistito dalla FILCTEM CGIL MOLISE e dai suoi legali Marianna Salemme e Pietro D’Adamo, continua la sua battaglia legale, ma a questo punto sarebbe opportuno e utile un intervento delle istituzioni a livello nazionale.

Il segretario generale della Filctem CGIL Molise
(Lino Zambianchi)

Articolo precedenteIl Prc sostiene domani manifestazione dei precari della scuola a Campobasso
Articolo successivoRiaperto a San Felice del Molise il caffè letterario

5 Commenti

  1. Essere licenziato tre volte dalla stessa azienda sia pure con motivazioni diverse mi fa tanto ma tanto riflettere. Siamo sicuri che è tutta colpa dell’azienda? Perchè è capitato solo a lui e a nessun altro dipendente? Come spiegarcelo?

  2. Te lo spiego io…
    Te lo spiego io Peppone perché è successo solo a me e agli altri no: non mi sono piegato al volere del padrone, sono sindacalista della CGIL, e poi… a qualcuno pue doveva capitare… Non elevarti a giudice Peppone, se TUTTI i GIUDICI di ogni grado mi hanno SEMPRE dato ragione, un motivo pure ci sarà, non trovi?

  3. x Peppone
    I tuoi dubbi sono legittimi ma il caso sicuramente da primato può essere giudicato obiettivamente solo da una terza persona (giudice del lavoro) dopo aver accertato tutta la verità che non può essere quella dell’interessato, del sindacato o dell’azienda.
    Per quanto riguarda il mancato reintegro sul posto di lavoro, le retribuzioni e gli arretrati sarà sempre il giudice del lavoro ad intervenire e l’azienda , se colpevole, pagherà ……

  4. x R.P.
    Premesso che ti auguro di tutto cuore di risolvere in via definitiva tutti i problemi e di recuperare tutti i soldi dovuti, ci tengo a precisare che non intendo assolutamente elevarmi a giudice sia per mancanza di elementi obiettivi indispensabili per giudicare (bisogna sentire sia la campana dell’interessato che quella dell’azienda) sia per mancanza di competenze specifiche e giuridiche attinenti le vertenze di lavoro.Il mio dubbio consiste ancora nel fatto che sicuramente in quell’azienda non sono tutti pecoroni e si piegano al volere del padrone e che non tutti i sindacalisti CGIL vengono licenziati.
    Sono contento che tutti i giudici di ogni grado ti hanno dato sempre ragione e mi auguro che questa telenovella finisca al più presto e che l’esito rispecchi le tue aspettative….

  5. per piacere
    sono sindacalista della ccgil vantati….voi siete uno delle cause che in Italia si passa da un eccesso all’altro…difendono sempre l’indifendibile o meglio ogni tanto per non farsi accusare che sono asserviti per non usare un altro termine cosa fanno??difendono l’indifendibile….andate a lavorare in korea del nord o in cina dai vostri amici rossi