Riteniamo che tale accordo possa sancire non solo la continuità di una realtà industriale per il prossimo futuro, ma possa anche evidenziare la capacità e la responsabilità di chi vuole fare gli accordi accettando anche la sfida del cambiamento. Per noi la lettura di questo evento è da ritenersi una conquista, il tempo ci darà ragione. Abbiamo interiorizzato con forza il concetto della responsabilità individuale come strumento di vera competitività. Abbiamo sempre operato affinchè ogni lavoratore, a partire dal primo sindacalista, rispetti le regole che un sistema competitivo impone. Vogliamo altresì ricordare che la continuità del sistema si basa principalmente sulla valorizzazione delle persone affidabili. Siamo convinti che solo una vera squadra può pensare di fare risultato.
Il senso di appartenenza è diventato elemento imprescindibile. Abbiamo sempre pensato di tutelare il lavoro dando giusto valore all’impresa senza mai screditare o offendere la dignità e il rispetto dei lavoratori. Ci siamo contraddistinti assumendoci anche la responsabilità delle nostre scelte nel condannare gli atteggiamenti di quei lavoratori che non rispettando le regole, minano al raggiungimento degli obiettivi aziendali. Ci riteniamo, senza alcuna presunzione, persone che hanno anticipato perfino le strategie che Lei stesso, dott. Marchionne, ha messo in campo negli ultimi mesi.
A proposito del cambiamento in atto, noi della UILM, con i Suoi collaboratori, ne stiamo parlando da tempo. Siamo stati sempre pronti ad accettare sfide su territori non ancora esplorati. Peccato che proprio da parte Vostra sia mancata una certa apertura mentale che consentisse sinergie relazionali migliori. Caro dott. Marchionne, con l’intento e la sana preoccupazione di migliorare la competitività del nostro territorio, ci consenta di formularLe alcune domande.
– È veramente convinto di avere la completa conoscenza della gestione messa in atto dai Suoi collaboratori, responsabili degli stabilimenti?
– Ha mai pensato che potrebbero esserci responsabili d’azienda che non condividono il Suo vangelo, a differenza di semplici sindacalisti che si sforzano invece di far passare i suoi messaggi?
– È sicuro di avere uomini come “capi, capetti” o addirittura “caponi”, che occupano solo il suolo aziendale per la loro mole, in grado di gestire al meglio le risorse a loro affidate?
– Come può pensare di far passare certi messaggi avendo, nel Suo sistema, gestori di risorse umane che non riescono a dialogare con i propri collaboratori?
– Come pensa di fare efficienza quando nel Suo sistema ci sono gestioni occulte che sperperano denaro, acquistando prodotti scadenti per favorire l’uno o l’altro fornitore, a discapito della qualità e della quantità del prodotto finale?
– Come intende gestire situazioni di incapacità gestionale praticata dai Suoi uomini, figli di compiacenze e favoritismi che nessun valore aggiunto portano al sistema se non quello di uno sfaldamento sociale?
– Come pensa di rafforzare la competitività del sistema, se da una parte Lei ne detta i comandamenti e dall’altra i Suoi collaboratori non sono neanche in grado di gestire gli equilibri tra esigenze reali dei lavoratori ed esigenze del team operativo? (incapacità nel gestire i cambi turni o la concessione dei permessi!!!)
– Come pensa di ridurre i costi quando puntualmente il sistema è costretto a richiedere lavoro straordinario a causa dell’incapacità e del timore dei Suoi responsabili, che non utilizzano la piena efficienza degli addetti ai processi produttivi?
– Le sembra corretta la gestione dei Suoi collaboratori volta, da un lato, a penalizzare i lavoratori volenterosi nel rispetto delle regole e, dall’altro, poco coraggiosa nel richiamare coloro che invece tendono a boicottare gli obiettivi dei processi produttivi?
– Con quali strumenti pensa di recuperare gli atteggiamenti (a dir poco focosi!) dei Suoi collaboratori che scambiano i luoghi di lavoro per campi da parata al fine di sfoggiare la loro livrea pomposa e colorata dimenticando i veri obiettivi? Con la forza, il coraggio e l’umiltà che ci contraddistinguono, abbiamo voluto indirizzare a Lei questa lettera, consapevoli che forse non riuscirà neanche a leggerla.
La nostra provocazione per i Suoi collaboratori, dai più vicini a quelli periferici, vuole semplicemente testimoniare che i veri attori del cambiamento che Lei intende attuare, siamo solo noi insieme ai lavoratori. Siamo noi, in quanto quotidianamente ci sforziamo di dare il meglio di noi stessi. Peccato, non sempre riceviamo altrettanto! Quando ci sono dei cambiamenti, la cosa più semplice è quella di partire dai più vulnerabili, ovvero i lavoratori. Una volta tanto, invece, bisognerebbe saper cogliere i segnali di organizzazioni sindacali come la UILM: segnali volti ad indicare gli uomini aziendali come i primi soggetti da coinvolgere nel cambiamento. Siamo convinti che Lei non abbia alcun bisogno di consigli strategici, dal momento che conosciamo bene la portata internazionale delle Sue strategie. Ci siamo limitati, pertanto, a darLe qualche suggerimento, nel pieno rispetto che merita.
Noi UILM, la nostra parte, insieme ai lavoratori, la vorremmo recitare in modo costruttivo e propositivo, cercando di dare valore aggiunto, affinchè il nostro territorio possa continuare ad essere sempre più competitivo. Il nostro impegno sarà costantemente volto a creare le condizioni migliori per l’implementazione di nuovi prodotti e quindi a garantire stabilità ed incremento occupazionale.
Se Lei lo ritiene opportuno, siamo disponibili a confrontarci cercando di ripristinare al meglio le regole, abbattendo anche quei “rami secchi” che possono recare solo danni alla sopravvivenza e alla continuità del sistema. Concludendo, sentiamo di dirLe quanto segue: lasci stare per un attimo i lavoratori, in quanto al momento crediamo che siano gli unici ad operare nella giusta direzione; concentri, invece, una parte delle Sue lodevoli risorse anche verso “operazioni di pulizia” all’interno della cerchia dei Suoi uomini, che non sono sempre all’altezza di svolgere il proprio ruolo e forse, esagerando, non sono ancora pronti ad affrontare il cambiamento che Lei sta cercando. Crediamo che il reale e grosso problema, oggi, sia prevalentemente questo. Per tutto il resto si fidi anche di chi vuole giocare la partita e vincere da protagonista e non da spettatore. Se lo ritiene opportuno, di tanto in tanto, responsabilizzi anche qualche sindacalista nella gestione del Suo sistema…chissà..potrebbe risultare un vero investimento! Nonostante i Suoi impegni, saremmo onorati e lieti di ospitarla per confrontarci a viso aperto e mostrarLe quanta energia è in grado di esprimere un territorio come il Molise, sicuramente non paragonabile all’America, ma con una grande voglia di vincere.