La Fiat di Termoli
La Fiat di Termoli
TERMOLI – La FIOM CGIL REGIONALE e le RSA FIOM di Termoli hanno prontamente indetto un’ora di sciopero oggi 12 Luglio,ad ogni fine turno, con uscita anticipata di tutto lo stabilimento, per protestare contro il grave e illegittimo atto di licenziamento avvenuto in data odierna ai danni di un Lavoratore della FIAT Group Automobiles SpA di Termoli . Quello che sta accadendo deve essere letto e interpretato come una vera e propria campagna che mira ad intervenire sulla psicologia e sulla cultura interna ed esterna allo stabilimento.

Questo comportamento aziendale è reso possibile dallo smantellamento dei diritti e delle regole di gestione delle relazioni che gli accordi-vergogna hanno provocato e che la FIAT continua ad attuare, nonostante le tante sentenze contrarie e nonostante il recente pronunciamento della Corte Costituzionale che ha sancito l’illegittimità dell’art. 19 dello Statuto dei Lavoratori e, quindi, anche del comportamento della FIAT, che negava ingiustamente alla FIOM – come ha stabilito la Corte delle Leggi – la rappresentanza in azienda perché non aveva firmato il Contratto Collettivo Specifico di Lavoro.

Ed ora accade che FIAT, anziché mitigare le sue azioni e rientrare nell’ambito di normali relazioni industriali, ha deciso di innalzare il livello dello scontro – ma di abbassare quello morale – colpendo, perché più deboli, i singoli lavoratori, come già aveva fatto togliendo parte della retribuzione a chi era iscritto alla FIOM. Ancora una volta assistiamo ad un’applicazione delle legge, ivi compresa quella sui congedi parentali, pretestuosa e volta a raggiungere altri scopi, che non sono quelli perseguiti dalla legge. Siamo di fronte all’ ennesimo episodio che dimostra la volontà della Fiat di cancellare i diritti dei lavoratori.

La Fiat non può sostituirsi al legislatore, che ha creato uno stato sociale e se ritiene che qualcuno abusi delle leggi deve rivolgersi agli enti competenti. Non si esclude il verificarsi di altri licenziamenti nello stabilimento di Termoli, ma si confida nella Giustizia e si auspica che ponga un argine a quello che sembra un nuovo e plateale attacco ai diritti dei lavoratori.

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12 Commenti

  1. Premesso che sto sempre, ripeto sempre, dalla parte dei lavoratori faccio presente che di questo comunicato di FIOM CGIL REGIONALE e RSA FIOM di Termoli ho capito ben poco. Per quale reale motivo c’è stato il licenziamento? a parte il giro di parole in perfetto politichese, anzi sindacalese, perchè non si contesta, nel merito, la “giusta causa” invocata dall’Azienda che ha licenziato? Perchè le altre sigle sindacali tacciono? Fatti e non parole ma soprattutto spero che il licenziato possa dimostrare la propria “innocenza” rispetto agli addebiti che gli sono stati mossi e rientrare in Azienda.

  2. ma va là
    mastro g sempre dalla parte del qualunquismo. ma per favore….se non dichiarasse prioritariamente da che parte sta infatti nessuno lo capirebbe…e lei che non capisce il sindacato…ma va là . invero siamo noi a non capire Lei mastro g.

  3. si faccia una volta per sempre chiarezza e pulizia
    I sindacati la smettano di difendere l’indifendibile, se c’è prova che il dipendente ,che ha chiesto il congedo parentale per assistere il famigliare, stava invece giocando a calcetto allora non saprei proprio quali diritti possono accampare il sindacato e il lavoratore. Non credo che il legislatore e la giustizia, cui confida il sindacato, possono permettere tale comportamento furbesco , che contrasta con il dovere del dipendente e con l’onestà degli altri lavoratori.

  4. sindacato
    la ditta è parte in causa come il lavoratore e quindi portatrice di interessi in causa e non è giudice super partes per questo i giudizi si devono esprimere dopo che un giudice ascolta le ragioni delle parti parti. non è sindacalismo e basta.

  5. onestà e dovere dei lavoratori
    Basta con tali furberie,se la prova c’è la giustizia non può capovolgere la realtà per assecondare il sindacato e il lavoratore: non può dire che questo assisteva il parente al posto di averlo trovato a giocare a calcetto. Ma perchè vi ostinate a dire e sostenere tali nefandezze: il lavoratore facesse mea culpa e il sindacato una volta per sempre richiami al dovere e senso di lealtà ,come sostiene la Costituzione, i lavoratori. L’italia è fallita anche per questi furbi scansafatiche.

  6. i qualunquisti sono sempre molti …anzi la maggioranza
    caro mastro g il fatto che tanta gente,la maggioranza, la pensa come lei conferma il suo qualunquismo.tutti la pensate allo stesso modo….senza avere il quadro completo dei fatti. a voi basta leggere un articolo ed avete già giudicato e condannato. siete così esaustivi nei vostri giudizi da non ritenere nemmeno utile ascoltare le controparti. spero che la giustizia istituzionale sia diversa. “al rogo questo lavoratore”!contenti giustizieri?

  7. quali giudizi, qui ci sono già le prove
    Più prova di questa: essere stato sorpreso a giocare a calcetto al posto di lavorare e giustificando con il congedo parentale non si capisce quale altro giudizio istituzionale bisogna attendere. Non si tratta di essere giustizieri e mettere al rogo questo lavoratore ma di affermare la giustizia e il dovere di lavorare che sembra non appartenere a tale lavoratyore e chi si ostina a difenderlo contro l’evidenza. Certo dispiace che un lavoratore possa essere licenziato, ma costui doveva pensarci prima ed essere più leale con la ditta e con tutti gli altri onesti lavoratori che purtroppo per altri motivi. non dipendenti da loro, si vedono messi da parte. Quindi smettetela con questo piagnestei e invitate i furbi a fare il proprio dovere.

  8. x urca
    In merito alla mia posizione personale relativa al licenziamento del dipendente fiat (che mi auguro possa essere reintegrato al più presto al suo posto di lavoro se capace di far valere in tribunale le proprie ragioni) confermo quanto “qualunquisticamente” ho affermato e “qualunquisticamente” condiviso da altri interventi compreso quello di Aristotele.
    Non è corretto chiamare “qualunquista” chi la pensa diversamente e non condivide la tesi che “licenziare un lavoratore che pur usufruendo di un permesso regolato da una norma (la 53 del 2000, ndr) nella stessa giornata avrebbe anche giocato a calcetto con amici non può essere fatto dalla Fiat perchè il permesso del lavoratore è pagato dall’INPS che quindi è solo L’INPS a dover assicurarsi del leale atteggiamento del lavoratore”. Su questo argomento non potrà mai avvenire un confronto dialettico, sereno e privo di gratuite affermazioni offensive (qualunquista a chi?) se preventivamente non si riconosce obiettivamente che i soldi pagati dall’INPS sono soldi dei contribuenti e che il rapporto con il datatore di lavoro non può basarsi sui MIEI diritti ed i TUOI doveri. Qualcuno diceva che se non c’è lavoro non ci sono diritti…. e chiudo!

  9. tutto vero ciò che appare?
    vi ricordate il vigile di campomarino…..? alla gogna …e poi ?tutto chiaro tutto acclarato…e poi? non è in analisi la normativa ma il giudizio che prevede un ascolto delle parti,una conoscenza dei contratti,una analisi del fatto specifico,UNA VERIFICA DEI FATTI,UNA VERIFICA DEI FATTI, UNA VERIFICA DEI FATTI. SE LA DOMANDA FOSSE: è GIUSTO PRENDERE IL CONGEDO PARENTALE ED ANDARE A GIOCARE A PALLONE? la risposta è NO!!
    Invece i qualunquisti non hanno bisogno di verifiche del caso specifico perchè i giustizieri non vogliono la giustizia ma sfogare il proprio malessere attraverso i processi sommari…. l’ha detto il giornale .qualunquisti e giustizieri sfogatevi pure il vostro unico obbiettivo è : CONDANNARE QUALCUNO….chi capita capita.

  10. x Urca
    Non bisona mai schierarsi pro o contro un lavoratore licenziato.E’ solo necessario:
    – riconoscere che NON E’ GIUSTO PRENDERE IL CONGEDO PARENTALE ED ANDARE A GIOCARE A PALLONE;
    – attendere serenamente il giudizio del giudice del lavoro. A mio avviso Mastro Gino aveva cominciato non condannando il lavoratore licenziato ma contestando il Sindacato intervenuto non nello specifico ma genericamente ricordando le solite motivazioni alla base delle proprie battaglie. Anch’io non ho capito perchè un solo Sindacato invece di smentire, con fatti, i motivi del licenziamento ha attaccato l’Azienda con il solito ritornello (smantellamento dei diritti e delle regole di gestione delle relazioni che gli accordi-vergogna, licenziamento a giustificazione di vera e propria campagna che mira ad intervenire sulla psicologia e sulla cultura interna ed esterna allo stabilimento, Azienda che anziché mitigare le sue azioni e rientrare nell’ambito di normali relazioni industriali decide di innalzare il livello dello scontro colpendo, perché più deboli, i singoli lavoratori……)
    In serena attesa del giudizio del giudice del lavoro tutti zitti.