Intanto queste primarie sono sì uno strumento di democrazia partecipativa, ma “interne” ad uno schieramento. Mi pare immorale che io possa contribuire a scegliere insieme a quelli che sono lontani da me enormemente per storia, obiettivi, ingressi, aspettative. E se lo facessi sento che comprometterei in modo grave la libertà di scelta di costoro, individuando tra i candidati chi si avvicina di più alle nostre attese anzi chi meglio ” rovina” il parterre dall’altra parte.
Mi pare scorretto politicamente rispetto agli ideali ed ai valori che caratterizzano il centrodestra, oltre a rappresentare un insulto ai tanti che, riconoscendosi insieme a me per identità ed appartenenza, non intendono farlo e contestano aspramente chi pensa di poterlo fare. Nessuno, credo, possa disconoscere che un nostro voto alle primarie del 4 settembre è un voto contro il centro destra e il centrosinistra. Le primarie, d’altronde, costituiscono per loro momento qualificante di un percorso che mira a costruire un’alternativa a noi e, quindi, non separabili politicamente e funzionalmente dalle elezioni successive. Chi insiste su questa innaturale separazione mistifica la realtà e compie una vera e propria truffa ai danni dei cittadini appartenenti ad entrambi gli schieramenti e delle istituzioni, con evidente grave lesione della correttezza e della trasparenza che devono distinguere ogni scelta di natura democratica. Un’altra riflessione. Si condividerà che andare a votare alle primarie è questione di princìpi prima che di persone.
Servire i princìpi è anche un modo per rispettare le proprie idee e, soprattutto, le istituzioni sulle quali, inevitabilmente, si andrà ad incidere con la scelta. Non si può derogare ai princípi solo perché ci piacciono persone. E’ una questione di serietà e di coscienza civile. Credo bastino queste motivazioni per convincere i perplessi e i blanditi a tenersi lontani dai seggi il prossimo 4 settembre. Rispettiamo la libertà e l’autodeterminazione degli altri! Già c’é qualcuno dei nostri che, travestito per l’occasione da ambidestro, prepara con i suoi mentori un “brodo” milazziano dove la potrebbero fare da padroni politici minuscoli e imprenditori senza scrupoli. Andare a votare sarebbe contributo immorale e irresponsabile. Non andando, invece, salviamo in un sol colpo princìpi, idee, coscienza e la Regione.
Gianfranco Vitagliano