TERMOLI – Chiesta la confisca della centrale turbogas del nucleo industriale di Termoli come profitto di corruzione. E’ la tesi sostenuta ieri nell’udienza conclusiva del processo per l’insediamento della centrale termoelettrica a ciclo combinato nel nucleo industriale di Termoli dall’avvocato di parte civile, Fabio Del Vecchio, rappresentante del Codacons. Lo stesso legale ha chiesto durante la sua “arringa” conclusiva del procedimento giudiziario, la confisca, a suo dire, del prezzo della corruzione ovvero le presunte somme consistenti in 36 rate da mille euro ciascuna che risulterebbero versate dalla società Energia alla figlia dell’ex sindaco di Termoli Remo Di Giandomenico.

Il Pm in una precedente udienza aveva chiesto la condanna di tutti e 6 gli imputati: 2 anni e 2 mesi per l’ex Sindaco Di Giandomenico, 1 anno e 4 mesi per Massimo Orlandi, responsabile della società che ha realizzato la Turbogas, 2 anni per l’ex assessore regionale alla programmazione e bilancio Gianfranco Vitagliano, 1 anno e 6 mesi per l’ex sindaco di Portocannone Domenico Rispoli accusato di corruzione e concussione per la richiesta di sponsorizzazione a Sorgenia della squadra di calcio del paese.
Tra gli altri imputati di cui è stata chiesta la condanna ad 1 anno e 6 mesi sempre per la richiesta di sponsorizzazioni delle quadre di calcio dei rispettivi paesi, Antonio Tomei ex consigliere comunale di Guglionesi, Pino Gallo ex consigliere regionale e politico di Portocannone.

La difesa ha chiesto l’assoluzione degli imputati e l’inutilizzabilità delle prove acquisite con la rogatoria in Francia.

“La legge consente la confisca del profitto della corruzione che in questo caso, a mio avviso, è la centrale turbogas – ha spiegato l’avvocato Del Vecchio – e come richiesta aggiuntiva la confisca del prezzo della corruzione ovvero le presunte somme che sarebbero state pagate alla figlia dell’ex sindaco di Termoli”. L’udienza, iniziata in mattinata, si è conclusa nel tardo pomeriggio. Il 5 giugno è prevista la sentenza.

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