CAMPOBASSO _ Ha vissuto a Campobasso prima di essere attirata con un tranello a Milano ed essere uccisa barbaramente da sicari Lea Garofalo, collaboratrice di giustizia scomparsa dal capoluogo lombardo circa un anno fa. La donna prima assassinata con un colpo di pistola e poi sciolta nell’acido in un terreno a San Fruttuoso, vicino a Monza è al centro delle indagini dei Carabinieri di Milano e Campobasso dove si è svolta in mattinata una conferenza stampa.
Sono sei le persone interessate dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal gip milanese Giuseppe Gennari e notificata in queste ore dai carabinieri del nucleo investigativo di Milano e del capoluogo campobassano a sei persone.
Nel provvedimento del giudice si ritiene che l’omicidio della donna sia stato una vera e propria “esecuzione“. Gli arresti sono stati eseguiti tra Lombardia, Calabria e Molise e sono in corso perquisizioni. In base agli accertamenti e alle dichiarazioni di un paio di pentiti, Lea Garofalo, 35 anni, alla quale nel febbraio del 2006 era stato revocato il programma di protezione, tra il 24 e il 25 novembre scorsi, prima di essere assassinata e sciolta nell’acido, sarebbe stata anche interrogata dai suoi esecutori.
Gli altri quattro destinatari del provvedimento del giudice Gennari sono i fratelli di Carlo Cosco, Giuseppe detto Smith, Vito detto Sergio ed altre due persone, una delle quali accusata solo di distruzione di cadavere.
Secondo l’indagine, Carlo Cosco ha organizzato l’agguato teso a Lea Garofalo proprio mentre questa si trovava a Milano con la figlia. Proprio con il pretesto di mantenere i rapporti con la ragazza, legatissima alla madre, Cosco ha attirato la sua ex nel capoluogo lombardo. Almeno quattro giorni prima del rapimento, ha predisposto un piano, contattando i complici, assicurandosi sia il furgone dove é stata caricata a forza, sia la pistola per ammazzarla “con un colpo”, sia il magazzino o il deposito dove interrogarla, e infine l’appezzamento dove si ritiene sia stata sciolta nell’acido.