Gli operai dello Zuccherificio
TERMOLI _ Natale è alle porte e io ancora non scrivo la letterina a Babbo Natale per chiedergli il mio gioco preferito, forse sono in ritardo, forse no, per caso sarà già partito con la sua slitta piena di regali? Ci provo ugualmente……

Caro sig. Presidente ho undici anni e quest’anno ho deciso di non inviare la mia letterina a Babbo Natale, perché ormai so che non esiste, i regali fino ad oggi me li faceva trovare il mio papà e la mia mamma sotto l’albero, ma questa volta ho deciso di non metterli in imbarazzo perché i soldi quest’anno non ci sono e poi dice la mamma che sono finiti tutti, da quando abbiamo speso gli ultimi risparmi che avevamo da parte, per l’apparecchio dei dentini di mio fratello Marco.

Il dentista disse a mamma che i denti di Marco erano tutti ammalati e se non avesse messo l’apparecchio sicuramente sarebbe cresciuto con i dentini storti. Papà non lo sa, ma Mamma ha anche venduto l’anello con la pietra gialla sopra che gli aveva regalato quando erano fidanzati per pagare l’apparecchio dei denti di Marco. Sono stato tanto buono tutto l’anno, perché a Natale volevo il completo da calcio della mia squadra preferita, ma la mamma dice che quest’anno dobbiamo fare dei piccoli sacrifici in più perché la crisi ha colpito la mia famiglia e tante altre come la mia e forse il mese prossimo dobbiamo andare ad abitare con i nonni.

Il mio papà, lavorava allo zuccherificio sig. Presidente, faceva l’avventizio, non so cosa significa, ma penso che sia un lavoro molto importante perché aveva uno stipendio di cui andava fiero ed io ero tanto orgoglioso di lui quando mi spiegava come funzionavano le macchine che facevano uscire lo zucchero. Quest’anno ero tanto contento perché per la prima volta il mio papà mi aveva portato al mare nel mese di agosto, lui in quel periodo lavorava sempre. Quest’anno ho preso le ferie per portarti al mare mi disse, ma non era vero, io lo so, la mamma con la nonna diceva che quest’anno aveva lavorato poco, solo tre mesi. Poi, usciva la mattina per andare a lavorare, però dopo che mi allontanavo per andare a scuola, tornava a casa e stava lì tutto il giorno seduto in un angolo a pensare. Il mio papà giocava sempre con me e mio fratello, a pallone a bigliardino con le figurine, adesso a volte fa finta di non vedermi e mi dice che non ha tempo. Ieri mi ha anche urlato e dato uno schiaffo.

Io ho pianto tanto sdraiato sul mio letto, ma cosa sta succedendo alla mia famiglia? La maestra a scuola ci ha parlato della crisi che stiamo attraversando, ci ha fatto l’esempio di tante aziende in crisi, tra cui lo zuccherificio. Ora ho capito sig. Presidente perché il mio papà non è più come prima, lui ha paura di non riuscire a trovare più un lavoro, ma mi scusi anche il papà di Andrea lavora allo zuccherificio, da meno anni del mio papà, perché lui ancora lavora e il mio papà no? Lui è stabile dice la mamma, conosceva un politico famoso e lo ha fatto stabile prima della crisi in modo che non avesse problemi oggi. Sig. Presidente se questo è il mondo in cui vivono i grandi, voglio restare sempre piccolo, non voglio crescere in questo posto di sofferenze dove i bambini non sono tutti uguali. Mi ha detto la maestra a scuola che tu sig. Presidente sei come lei nella nostra aula, comanda tutto. Se uno deve andare al bagno, se uno deve andare alla lavagna o quando è ora di prepararci perché sta per suonare la campanella, se lei non acconsente, nessuno si muove.

Ti prego sig. Presidente non permettere che altre persone a cui non importa nulla dei lavoratori, delle famiglie e dei bambini prendano delle decisioni per conto tuo. Il mio papà mi dice che ha parlato con te davanti al tuo ufficio a Campobasso e tu gli hai assicurato che ti saresti impegnato seriamente perché il suo futuro fosse come quello di qualche anno fa, vorrei che il mio papà e la mia famiglia tornassero ad essere rispettabili e dignitosi e tutte quelle persone grasse (perché hanno mangiato tanto) venissero cacciate via. In televisione parlano sempre tanto dei politici, promettono tante cose belle, ma poi rinnegano tutto e danno la colpa sempre agli altri. Il mio papà mi dice sempre che devo studiare così da grande sarò una persona rispettabile, ma io non ci credo, anche quelli che comandavano il mio papà avevano studiato però alla fine hanno pensato solo a se stessi e non hanno avuto problemi nel lasciare la mia famiglia e a tante altre come la mia, abbandonati.

Se Babbo Natale esisteva se li sarebbe portati con se, nella sua slitta, lui sapeva sicuramente dargli la lezione che si meritano. Anche io sig. Presidente vorrei tanti giocattoli, potrei rubarli al supermercato o ai miei amichetti, infondo sono solo giocattoli, ma la mamma e papà non vogliono neanche sentirmelo dire, ma perché allora i grandi possono farlo? Forse anche tante di quelle persone cattive che vengono chiamate “Imprenditori”, “Direttori” vogliono anche loro giocare e hanno scambiato tante persone come il mio papà per un grande giocattolo? come “Monopoli” dove vince chi ha più soldi. Il vostro mondo dei grandi sig. Presidente è diventata un gioco? Dove c’è chi vince e c’è chi perde? Ma perché a perdere sig. Presidente sono sempre gli operai come il mio papà?

Tra qualche mese ci saranno le votazioni, tante persone verranno a casa mia a chiedere alla mia famiglia, come sempre, il voto. Le chiedo sig. Presidente perché il mio papà e la mia mamma dovrebbero credere ancora alle parole dei politici dopo che la mia famiglia ed altre come la mia non hanno avuto fino ad ora nessuna comprensione e neanche una parola di conforto dai politici? Forse sig. Presidente avrà dei nipotini ai quali farà un regalo in questo Santo Natale, la prego sig. Presidente quando acquisterà quel regalo pensi che forse tanti bambini figli degli avventizi dello zuccherificio del Molise, quel regalo non lo avranno, trascorreranno delle festività che ricorderanno per tutta la vita e saranno impresse per sempre nelle loro memorie. Ti prego sig. Presidente in questo Santo Natale, vestiti da Babbo Natale, fai una magia e ridona al mio papà e ai colleghi del mio papà, la dignità che si meritano. Grazie. Un figlio di un avventizio dello zuccherificio del Molise

Articolo precedenteBotti di notte in centro, protestano i residenti. Interviene Polizia
Articolo successivoDal 2 gennaio Terminal bus off-limits. Al via lavori di sistemazione