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Antonio Di Rocco
TERMOLI _ “Lo Zuccherificio del Molise non può essere chiuso anche perché sussistono ancora oggi le stesse condizioni agro-economiche e sociali di quarant’anni fa, quando si decise di realizzarlo. L’esigenza agricola dell’epoca di inserire la produzione bieticola in un’area dove si stava realizzando un’imponente rete irrigua collettiva e dove vi era una grande esigenza occupazionale esponenziale, derivante da una società rurale e di bracciantato che per via della meccanizzazione agricola si trasformava in industriale e terziario. Nonostante trascorsi oltre otto lustri e dopo aver sperimentato nella stessa area irrigua una fase di produzioni frutticole e vitivinicole, oggi quasi tutte dismesse, riemerge l’esigenza di reinserire di nuovo tra le colture da rinnovo la bieticoltura; quindi la sussistenza del nostro impianto di trasformazione più imponente del centro sud.

Pertanto, al di là delle critiche, forse alcune anche costruttive, la scelta di sostenere a tutti i costi la sopravvivenza dello Zuccherificio nel Molise è stata e sarà una decisione molto oculata. Va dato atto alla coraggiosa intraprendenza politica regionale se ancora possiamo sperare di assicurare i circa quattrocento posti di lavoro e agli agricoltori la possibilità di produrre bietole da trasformare in loco. Certo il compito della politica non è ancora finito, come sono certo non è esaurita la determinazione dei politici, del governo regionale e del suo Presidente a tirare fuori per i capelli dallo stato di difficoltà in cui è posta la situazione attuale del nostro Zuccherificio.

Infatti, l’attuale situazione è sicuramente contingente ma andrà ad esaurirsi già dall’anno prossimo; la riorganizzazione aziendale dello Zuccherificio con tutte le possibili potenzialità industriali collaterali porterà a una migliore condizione economica per i bieticoltori e a una maggiore sicurezza occupazionale a tutto l’indotto aziendale. Mi preme ricordare infine che lo Zuccherificio del Molise è un complesso economico-produttivo e per sua attuale composizione societaria anche sociale, dove non ci si può fare né politica né pettegolezzo personalistico.

La S.p.A. Zuccherificio ha un consiglio di amministrazione che continuerà a garantire una sana amministrazione facendo doverosamente gli interessi degli azionisti, dei produttori bieticoli e di tutti i componenti la filiera del comparto, senza distinzione di sorta. I personalistici giudizi espressi da alcuni figli d’arte della politica li rimandiamo al mittente, dichiarando la piena disponibilità ad un confronto pubblico con loro, se non altro per conoscersi visto che con alcuni di loro non ho mai avuto piacere di scambiare nessuna opinione.”

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15 Commenti

  1. mettici i tuoi soldico
    Se il presidente di Rocco è così convito della bontà delle prospettive industriali dello zuccherificio ci metta i suoi soldi. Compri le azioni di tasca propria. Oppure convinca degli investitori privati ad entrare nell’impresa. E’ facile fare i soloni se a rischiare sono i contribuenti. I miei soldi quelli che pago con le tasse e con l’addizionale regionale non ce li devi mettere. Io conTribuente ti dico di NO!

  2. il coraggio dei politici molisani
    Di Rocco loda la “coraggiosa intraprendenza politica regionale. Ci prende per fessi. Che coraggio ci vuole a bruciare 15 milioni pagati da altri?
    Il coraggio c’è quando rischi il sudore e il sangue del tuo lavoro, non quello dei contribuenti molisani e italiani.

  3. situazione contingente
    La situazione contingente che si esaurirà nel prossimo anno, dura da 20 anni. Bruciati i 15 milioni per ripianare i debiti in cui è affossato lo zuccherificio, fra sei mesi, Di Rocco busserà ancora alla Regione per chiedere altri soldi.
    Fra sei mesi riprenderà il piagnisteo dei sindacati, le lamentazioni dei consiglieri di minoranza per salvare, ahimè i poveri lavoratori, ripartiranno le manovre per saccheggiare le casse regionali, ed ecco pronto un altro assegno da staccare per lo zuccherificio. E così via all’infinito. Questi uomini politici sono degli irresponsabili. Ci stanno mettendo di fronte a due sole vie d’uscita: o la valigia o il forcone.

  4. soldi pubblici
    La regione non garantisce la qualità dei pubblici servizi. In ospedale ci vogliono 6 mesi per una visita specialistica, salvo a pagare. Mancano le scuole, a Termoli manca l’istituto Artistico, Il Nautico, Lo scientifico è obsoleto, il Commerciale non ha neanche un’aula magna. La ferrovia a due binari si interrompe a Termoli, il porto di Termoli è a basso pescaggio. Camporino e insabbiato. Non abbiamo una litoranea, non dico per sviluppare ma per mantenere almeno il turismo ai livelli attuali. Non abbiamo un sistema di parchi naturali, niente Parco del Matese, niente parco fluviale del biferno,niente corridoi faunistici verso l’abruzzo, niente parchi linguistici delle zone arbresh, niente parchi letterari a Gardialfiera e Santacroce, Insomma la regione fa male il proprio dovere di garantire servizi pubblici di qualità; non fa quello che dovrebbe fare ma si butta dove non è sua competenza, nel fare impresa.
    La regione spreca soldi pubblici non per pubblica utilità ma per sanare situazioni finanziarie compromesse.
    Chiedo, è questo un modo razionale di governare un territorio?
    Se l’Italia è scesa in serie BBB quanta colpa hanno i comportamenti disinvolti come quelli messi in campo per sanare situazioni come lo zuccherificio?
    Lo sviluppo di un territorio si fa sfruttando l’unica materia prima che abbiamo: la materia grigia.
    Senza di quella si affonda, come e peggio della nave concordia.

  5. le fesserie di Di Rocco
    Sono d’accordo con gli interventi che precedono, soprattutto con zi ndonio. Non può essere che un anziano signore messo a fare il presidente per grazia ricevuta, dice quattro fesserie ed ecco pronto un consiglio regionale ad elargire 15 milioni di euro. Dov’è il piano industriale, dove sono gli studi di fattibilità, dove le prospettive del mercato? Prima di mettere un centesimo in un’avventura industriale ci vuole senno, materia grigia, per usare le parole di zebedeo, figuriamoci mettere soldi in un’impresa fallimentare.
    Quando le cose non vanno, non vanno, è inutile l’accanimento assistenzialistico; una persona intelligente prende atto della realtà e si comporta di conseguenza. Ma evidentemente in consiglio regionale la materia grigia scarseggia.

  6. SOLO CHIACCHIERE
    Lo zuccherificio del Molise dovrebbe funzionare come un’azienda privata e non come una struttura dell’ex Unione Sovietica. Se è in grado di produrre un minimo di utile deve restare aperta, altrimenti, se produce solo debiti, che chiuda immediatamente!! Invece ecco che la Regione Molise si riscopre “comunista”, nel senso che pur di tenere in piedi quel carrozzone serbatoio di lavoro clientelare, di volta in volta tappa buchi a furor di milioni di euro, non curante dell’operazione fallimentare! Allora, benchè ne dicano i DILIBERTO e FERRERO, una struttura del genere va chiusa immediatamente!!

  7. fra due giorni
    Ricordo che fra due giorni si riunirà il consiglio di amministrazione per deliberare l’aumento di capitale. Fra due giorni 15 milioni di euro dalle casse regionali prenderanno il volo per evaporare nel nulla. Fra due giorni un gruppo di signori si prenderà la responsabilità di bruciare i nostri sudati soldi in un’avventura senza vie di uscita. Fra due giorni si assisteremo ad una decisione di politica economica che ci spiega perchè la nostra regione non decolla. Se si buttano soldi per cattive imprese dove le andremo a prender le le iniziative economicamente produttive?
    Scriveremo i nomi e i cognomi dei responsabili di questa scelta demenziale; martelleremo questi nomi ovunque, fino al termine della legislatura, sarà il loro suicidio politico, così impareranno a rispettare le nostre poche risorse e ad investirle in modo razionale e produttivo. Pagheranno la loro leggerezza e superficialità di buttare denaro pubblico in imprese fallimentari e già fallite.

  8. dirlo alle iene
    Se i nostri amministratori buttano 15 milioni di euro pubblici in quell’immondizzaio dello zuccherificio,la cosa va riferita alle jene. Dobbiamo sputtanare questi irresponsabili davanti all’opinione pubblica italiana. Basta con lo sperpero di denaro pubblico! Basta con l’assistenzialismo a spese dei contribuenti!

  9. capre
    con 15 milioni di euro si potrebbe costruire la litoranea da campomarino a montenero, liberalizzare gli arenili e creare 4-5000 posti di lavoro tra gli imprenditori balneari e l’indotto.
    Ma siccome siamo governati da … divoreranno i nostri soldi come erbetta fresca.

  10. atto di suprema stupidità
    Ho letto con attenzione gli interventi su questo tema. Mi sono meravigliata che non ce ne sia nessuno che si schieri in difesa dello zuccherificio. Mi dicevo, possibile che non ci sia nessuno che si schieri in difesa degli operai e della filiera Alla fine mi sono dovuta arrendere, effettivamente lo zuccherificio del molise è indifendibile. Una fabbrica che produce debiti, e mangia milioni di euro ogni anno. Una fabbrica senza prospettiva di mercato, senza un areale di produzione nelle vicinanze; senza una filiera nella zona.Una fabbrica inquinante, che mette a rischio il turismo di campomarino e Termoli. Che abbatte la qualità della vita di comuni come Portocannone e Campomarino per i miasmi insopportabili proprio d’estate.Per la polvere che sollevano le centinaia di autotreni che provengono da lontanissimo oltre ai fanghi e al rumore. Insomma, un disastro sotto tutti i punti di vista. Va chiusa immediatamente. Sono d’accordo anch’io.

  11. un rinvio che lascia sperare
    La riunione del consiglio di amministrazione dello zuccherificio è stata rinviata a domani. Una piccola speranza – un segno di ravvedimento – chissa?
    Certamente pare che l’anziano signore messo a fare il Presidente, il sig. Di Rocco, mostri segni di preoccupazione. Noi gustiamoci questa quiete prima della tempesta. Perché domani l’orgia scialacquatoria certamente si consumerà con il sacrificio finale dei nostri sudati 15 milioni di euro.
    Il perché succederà è presto detto, perché in consiglio regionale non c’è uno, che è un solo consigliere che sia dotato del carattere necessario e del buon senso da opporre un veto ad un’operazione dissennata.
    Menefreghismo e insofferenza sono il padre e la madre di ogni atto consiliare.
    C’e un problema che da fastidio, seppelliamolo sotto una montagna di soldi, questo è il modo di ragionare del nostro governatore. Che importa se poi i soldi per le scuole, gli ospedali, le strade,le ferrovie e i porti non ci sono.

  12. x Crema
    Cara signora Crema, c’è un principio nella costituzione, nel novellato Titolo V°, mi riferisco alla sussidiarietà. Tutti sappiamo come funziona. Sussidiarietà verticale: lo Stato non deve fare ciò che può essere fatto dalle regioni; e le regioni non devono fare ciò che può essere fatto dai comuni, i quali a loro volta non devono fare ciò che può essere fatto dai cittadini. Poi c’è la sussidiarietà orizzontale, e cioè il pubblico non deve fare ciò che può essere fatto dal privato.
    Questo principio è scritto chiaramente nella nostra costituzione e discende dai regolamenti europei.
    Ma per gli amministratori Molisani questo principio semplicemente non esiste. La Regione fa impresa, la regione fa finanza,interviene nel mercato e svolge attività sottraendole alle dinamiche privatistiche contravvenendo platealmente a quel principio.
    Viene da chiedersi, ma quanti dei consiglieri conoscono la nostra costituzione?
    Governare una regione non è come giocare a bazzica o fare la passatella, questo bisogna che qualcuno lo vada a dire ai nostri amministratori, e prima di spendere soldi pubblici, un minimo attenzione, un minimo di preparazione, di conoscenza delle norme e dei principi, bisogna li mettano in agenda; non possono solo andare in banca e prelevare 20000,00 euro al mese di stipendio e non leggere qualche norma e fare qualche approfondimento,.
    La verità è che il Molise non ha la statura culturale per essere una regione, per questo andrebbe abolita la regione.

  13. responsabilità personale
    Dopo che avrà dilapidato i 15 milioni di euro, e il tentativo di resuscitare un morto non sarà riuscito, chi chiamerà Di Rocco a risponderne?
    Ovviamente Nessuno.
    Allora metto all’erta il Procuratore della Corte dei conti del Molise, dicendogli, egregio magistrato, vigili sull’utilizzo sconsiderato di denaro pubblico che sta facendo questo anziano signore, e lo metta in guardia che in caso di fallimento, lo stato si può rivalere su di lui.
    Perchè un conto è sbagliare, altro è perseverare, altro ancora è incaponirsi ottusamente in una pratica fallimentare da anni.
    Perché se non si mette un limite all’ottusità allora sì che si finisce con le roncole e i forconi.