PETACCIATO – Venticinque figuranti del Centro di Prima Accoglienza “Le Dune” di Petacciato hanno partecipato alla 65esima edizione del Presepe vivente di Rivisondoli, il più antico e conosciuto d’Italia; era il 1951, infatti, quando tra i monti dell’Altopiano delle 5 Miglia, a Rivisondoli, allora villaggio di poveri pastori, nacque il Presepe Vivente, che quest’anno è stato concepito nel segno dell’integrazione tra i popoli.
«Anche per questo motivo», ci dicono i dirigenti della Senis Hospes, ente che gestisce il Centro di Petacciato, «è stata favorita la partecipazione dei migranti a questa iniziativa», che si colloca nell’ambito delle attività per favorire l’inclusione socio-culturale dei migranti. Infatti, anche se tutti di religione musulmana, i giovani profughi hanno aderito entusiasticamente alla proposta di contribuire con la loro significativa presenza a far rivivere nel Presepe il mistero della nascita di Gesù, Dio fatto carne.

«I contenuti proposti e affrontati nel corso di questi mesi» precisano quelli della Senis Hospes «sono stati sempre più diretti a veicolare l’idea di una positiva “contaminazione culturale”».
«La presenza nel nostro Centro di diverse macro-comunità culturali (quella africana e quella asiatica) che si incontrano con una realtà molto diversa dalle loro, ha posto l’esigenza di definire uno spazio interculturale in cui si sono creati altri legami e altre opportunità per il riconoscimento reciproco, per il contatto e la relazione tra persone e gruppi.

«Il lavoro che si svolge presso il Centro» – insistono – «non è teso assolutamente ad eliminare i confini (culturali, linguistici, religiosi, etc.) che ci sono, ma cerca di fare in modo che il confine non rappresenti una barriera, un muro insormontabile, ma piuttosto una frontiera, luogo che permette il passaggio, l’incontro e anche, perché no, lo scontro; diventa una finestra aperta, una porta attraverso cui si entra in contatto con l’altro; una finestra che separa, ma nello stesso tempo congiunge».

«Il loro coinvolgimento anche in questa manifestazione prettamente religiosa» – infine – «spazza via anche tutte le insulse polemiche di quei dirigenti scolastici che si ostinano a ritenere che proporre le nostre tradizioni culturali e religiose nelle scuole significhi mancare di rispetto nei confronti di chi professa un’altra religione e proviene da altre tradizioni culturali: niente di più falso!».

Centro di Prima Accoglienza Petacciato

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