CAMPOBASSO _ Sul tavolo romano le regioni sono sotto scacco. Il Governo insiste coi tagli e si prepara a porre la fiducia sulla Manovra. Dal braccio di ferro potranno essere limati i numeri ma il grosso dei risparmi si farà proprio sui trasferimenti ai comuni e alle regioni. Il Molise già al limite del collasso per via dei debiti della sanità e per le arretratezze del suo sistema produttivo rischia di non reggere più. Improvvisamente sono venuti al pettine, nodi che si trascinano da decenni, sul mancato riordino istituzionale, su un prodotto interno lordo che vive per lo più di spesa pubblica, sulle carenze di infrastrutture materiali e immateriali, sull’inadeguatezza di una classe dirigente che mostra evidenti ritardi culturali.

Tutto di un colpo servirebbero amministrazioni efficienti, semplificazione burocratica, eliminazione di enti sub-regionali, accorpamento di consorzi, unioni di comuni, incentivi alle imprese private alternative all’indotto della pubblica amministrazione, costi istituzionali minori e maggiori dotazioni per i servizi essenziali e per la produzione di ricchezza.

Il Governatore si scontra a Roma ma non fa pulizia in Molise. La sua Maggioranza scandalosamente tiene in piedi commissioni per la febbre suina, assessorati superati e prebende assurde evitando un confronto coerente sul contenimento della spesa pubblica superflua. I consiglieri di maggioranza annaspano in difese d’ufficio contro Tremonti ma persistono in pratiche da Prima Repubblica, e attendono che la nottata passi indenne.

Eppure basta volgere lo sguardo a Venafro per rabbrividire davanti i numeri dei posti di lavoro persi, a Pettoranello dove 800 dipendenti sono con le dita incrociate sul futuro dell’ITTIERRE, a Boiano con mille addetti della Solagrital che navigano a vista, fino ai medici della Cattolica che si interrogano sul mantenimento della struttura e ai lavoratori forestali, dello Zuccherificio, dell’Igea, della SanStefar, e ai tanti precari della Scuola, della Regione e della FIAT che permangono nell’incertezza.

In questo clima una delle possibili vie d’uscita per il Presidente della Giunta è dimettersi, cogliere impreparato il centro-sinistra e rivincere agevolmente le elezioni prima che le contraddizioni esplodano nella loro virulenza. Personalmente sono convinto che la fase politica di Michele Iorio si è culturalmente chiusa perché lui appartiene al periodo storico pregresso. Ora è il momento della sfida competitiva che si vince con le grandi battaglie ideali, i progetti innovativi e una forte semplificazione amministrativa. Se il Molise sarà in grado o meno di esprimere una nuova classe dirigente che assuma a sé responsabilità così pesanti non è dato sapere. Ma non è con la bassa bottega della distribuzione di deleghe posticce ai consiglieri, presidenze di commissioni superflue, e una cencelliana spartizione del potere e degli enti sub-regionali che si salverà la regione. Michele Petraroia

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