MONTENERO DI BISACCIA _ Rispondo alla nota scritta dal Presidente dell’Associazione “Una mano per la Vita” Dante Di Cintio. Carissimo Dante, sono qui in nome e per conto del Coro della Parrocchia di San Paolo che mi vede da qualche anno, non più solo come partecipante, ma anche come direttrice.

Vorrei spiegare e soprattutto fugare ogni dubbio in merito al tuo articolo. Nessuno ha voluto escludere Antonio e COME FORSE MOLTI MALIGNAMENTE HANNO PENSATO, PUNIRLO PER ESSERSI ESIBITO CON L’ASSOCIAZIONE…Noi siamo fieri di tutto quello che viene svolto per i disabili e un FORTE GRAZIE VA SOPRATTUTTO A TE CHE HAI VOLUTO METTERTI IN GIOCO.

Quel pomeriggio non sapevamo che Antonio si sarebbe esibito. A questo punto però, è doveroso raccontare qualcosa proprio di Antonio. Con persone afflitte da autismo la musica può svolgere un ruolo mediatore tra il soggetto e la realtà esterna, può cioè rappresentare uno strumento di comunicazione che consente una vera e propria azione terapeutica. La terapia musicale ha il compito di eliminare gli ostacoli emotivi o intellettuali che si frappongono tra il soggetto autistico e l’ambiente, e a migliorare il suo comportamento nel rapporto sia con chi lo circonda sia con se stesso. Perché ho fatto questa piccola premessa? Per spiegare quale è veramente il ruolo della musica in chi è affetto da autismo. Antonio ha tanti problemi legati alla sua malattia, ma ha anche una bella voce e canta nel Coro della Parrocchia di San Paolo oramai da diversi anni. In questi anni è cresciuto il desiderio di poter realizzare qualcosa in più, proprio per Antonio. Il maestro Pino Piccirilli, che suona l’organo nella Parrocchia di San Paolo, ha creduto tanto in Antonio, da iniziare con lui delle lezioni di pianoforte. La storia però non finisce qui… Già da un anno abbiamo cominciato ad inserire Antonio come organista nella Messa domenicale delle 8,30. Un sogno stava prendendo corpo… La possibilità di dare voce a chi per tanto tempo non ne ha avuta, stava diventando REALTA’…

Antonio avrebbe rappresentato il simbolo di ciò che può realizzarsi con un PICCOLO GESTO D’AMORE: IL DONO DEL PROPRIO TEMPO IN MODO VOLONTARIO. Ma non finisce qui… Sono già diversi anni che Antonio si esibisce durante la manifestazione annuale del “Canta Tu”, legata alla festa di San Paolo che si tiene a fine giugno. Come ho detto, ogni anno Antonio presenta un brano e quest’anno ha addirittura suonato un pezzo e cantato… NON MI SEMBRA SIA QUESTO IL MODO DI ESCLUDERE ANTONIO! Senza la cultura del dono, una società avanzata come la nostra, basata molto spesso sull’avere e non sull’essere, è destinata a disumanizzarsi. In tutti questi anni mi sono resa conto di una cosa, che il volontariato è l’unica scuola dove si impara la pratica del dono come reciprocità. Fare un’azione gratuita ogni giorno aggiunge una straordinaria libertà a livello personale, e poi una capacità di realizzazione senza limiti. Insegna che la scala dei valori non è stabilita dalla retribuzione, e che le relazioni tra le persone non sono quantizzabili in base al denaro e al guadagno. Stimola quindi a dare una misura diversa al proprio tempo.

Saper dare e ricevere gratuitamente è importante, è una scuola di vita in senso alto perché porta a partecipare a quello che ti succede attorno, sapendo che le necessità sono tante. E’ una scuola di umiltà, perché ti fa capire di essere un pezzetto, una mattoncino nella storia. Quindi il volontario è uno che decide di dedicare una parte del suo tempo e delle sue energie ad una causa, in modo spontaneo, volontario e gratuito. IL VOLONTARIO E’ COLUI CHE DECIDE PER UNA SPECIFICA SCELTA DI VITA, CHE METTE L’ALTRO AL CENTRO DELLA SUA ESISTENZA. Il volontario è colui che ha una passione, ha delle capacità, ha fatto o sa fare delle cose che vuole mettere a servizio di altri: ha una particolare sensibilità sociale ed uno spiccato senso di solidarietà e di cooperazione civile: è colui che ha profonde motivazioni. Il volontario è quindi colui che elargisce la sua intelligenza, offre la sua amicizia, il tempo, gratuitamente. Ma non come un benefattore, badate bene, ma come colui che condivide un disagio.

Oggi il volontariato è uno stile di vita nato anche dal bisogno di essere a contatto con persone che condividano i propri valori e così insieme si considerano le proprie motivazioni a prestare aiuto. Tutto questo, almeno per me, non sarebbe stato possibile, se in questi anni non ci fosse stato accanto ad ognuno di noi una persona alla quale va tutta la mia stima e il mio affetto più grandi: Don Nino, parroco della Parrocchia di San Paolo. Don Nino mi ha visto crescere e come me centinaia di ragazzi che si sono avvicinati alla parrocchia… In lui c’è sempre stata una grande disponibilità, un grande amore verso ognuno di noi, perché lui era portatore di un amore più grande, quello di Cristo. Da lui, sì, proprio da lui ho imparato la CULTURA DEL DONO E SE OGGI SONO COSI’ LO DEVO SOPRATTUTTO A LUI CHE MI HA INSEGNATO AD APRIRMI AI BISOGNI DEGLI ALTRI… L’obiettivo è DI CRESCITA E SCAMBIO RECIPROCO. A questo punto, credo, possiamo tutti affermare che si è ancora capaci di VIVERE LA CULTURA DEL DONO, grazie proprio a ragazzi come Antonio!

La Direttrice
del Coro di San Paolo Apostolo

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