TERMOLI – Da queste parole tratte dal manifesto UNESCO per le biblioteche pubbliche si può dedurre l’inopinabile valore che riveste nella nostra società un luogo come quello della biblioteca. Termine di origine greca, che alla lettera significa “scrigno di un’opera letteraria”, la biblioteca sin dall’antichità diventa il luogo per antonomasia di civiltà. Spazio dedicato allo studio e alla consultazione dei testi, veicolo di trasmissione del sapere dove i popoli usano i servizi pubblici di prestito e di copiatura dei testi per acquisire e diffondere le varie nozioni delle culture “straniere”. Il valore simbolico della biblioteca come luogo d’integrazione e di abbattimento di barriere sociali è vivo ancora nel nostro mondo moderno e lo testimonia, questa volta tragicamente, il bombardamento della biblioteca di Sarajevo durante l’assedio della città nelle guerre jugoslave alla fine degli anni novanta del XX secolo. Nella notte tra il 25 e il 26 agosto 1992 la Viječnica, questo il nome della storica biblioteca, simbolo della ricchezza culturale e dell’indole pacifica e multietnica della città, fu distrutta dalle granate incendiarie dell’esercito serbo-bosniaco. Una buona parte dell’edificio andò distrutto. Alla fine soltanto un decimo dei libri riuscì a sfuggire al rogo e al crollo. Nel tentativo di salvare quei libri, una giovane bibliotecaria, Aida Buturović, perse la vita a 32 anni, colpita da una scheggia di granata. Dopo 18 anni di lavori di ricostruzione e ristrutturazione la biblioteca tornò a vivere, e con lei la città.

L’Italia è sede di grandi patrimoni librari anche antichi, ma soltanto un piccolissima parte – dal 5% al 10% – della popolazione usufruisce delle biblioteche, sebbene l’ingresso, la consultazione e il prestito dei libri o di altro materiale informativo gratuiti. Anche Termoli non si distacca dalle medie nazionali infatti la nostra Biblioteca Comunale “G. Perrotta” non è frequentatissima, siamo i soliti “quattro gatti”.

Questa indifferenza si concretizza nella poca attenzione con la quale l’amministrazione comunale, non soltanto quella attuale, si interessa della tutela di questa “casa” comunale. Sugli scaffali quelli in metallo componibili da magazzino dozzinale o da negozio di ferramenta sono sistemati enciclopedie e libri ma la realtà più sconvolgente e più vergognosa è quella dell’archivio storico. Armadietti fatiscenti e rotti e, che non si chiudono, conservano i faldoni dove è racchiusa la storia della nostra città, facili prede dell’umidità e della polvere. Eppure la biblioteca “Perrotta” conserva un patrimonio di indubbio valore. Tre testi risalgono al XVIII secolo. Si tratta di libri propriamente detti “antichi”. Ma non sono gli unici. Ce ne sono molti altri che, anche se più recenti, sono datati XIX secolo. Pagine che condensano sapere storico, geografico e medico e che rappresentano un tesoro di grande valore.

Termoli forse non sa che quegli scaffali racchiudono un patrimonio di oltre 90mila volumi. 50116 più circa 40mila periodici quelli catalogati fino ad ora. Ormai da vari anni ad accrescere il nostro patrimonio librario contribuiscono solo le donazioni dei cittadini più sensibili perché anche le biblioteche non sono state immuni dai tagli economici . Fortunatamente a colmare certe lacune ci aiuta il sistema nazionale di prestito interbibliotecario che dà la possibilità agli utenti di accedere a una vasta gamma di testi in più. Per poter godere di questi vantaggi bisogna catalogare i libri in possesso, ma sciaguratamente da mesi la biblioteca “Perrotta” non ha più nel suo organico la figura del catalogatore, così tutti i nuovi testi arrivati non possono, o non potrebbero, essere fruibili. Massimo rispetto per la professionalità degli addetti al ricevimento, ma quale stima si potrà avere verso i nostri amministratori con una biblioteca in quelle condizioni? La biblioteca è conoscenza, è crescita, è luogo di incontro, di condivisione, di creatività, di partecipazione, non uccidiamola con l’arma più vile, l’indifferenza. M5S Termoli

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