TERMOLI – No alla privatizzazione”, questo l’accorato appello con cui i rappresentanti del Comitato Acqua Bene Comune Termoli chiamano a raccolta, in vista del consiglio comunale monotematico di oggi lunedì 19 gennaio sulla gestione idrica della città, i cittadini e tutti quanti coloro vorrebbero una gestione pubblica, partecipata e trasparente del servizio, in linea con quanto sancito dal referendum nazionale del 12 e 13 giugno 2011. Una volontà, quella del comitato, sancita attraverso un’intensa campagna di informazione partita ben prima del referendum, e volta a consegnare alla città di Termoli un modello pubblico di gestione. Un passo che si sarebbe potuto compiere nella città costiera se le amministrazioni comunali degli ultimi anni non si fossero dimostrate così miopi di fronte alla volontà popolare, cogliendo, dopo 20 anni di gestione privata, l’opportunità rappresentata dalla scadenza di contratto (giugno 2014) tra il Comune e la Crea. Così non è stato, e tra rimandi, promesse non mantenute e tavoli tecnici annullati, l’ultimo tassello formale sulla vicenda è quello rappresentato dalla delibera approvata il 5 giugno 2014 dell’allora Commissario Prefettizio Laura Scioli con cui è stato prorogato di un ulteriore anno il contratto con la Crea. Ma ancora una volta, in vista del Consiglio, i rappresentanti del Comitato sono pronti a far sentire la loro voce.

“Gli investimenti più importanti – spiegano – vengono sempre fatti con i soldi pubblici (l’ultimo in ordine di tempo il milione e 300mila euro stanziato dalla Regione Molise per l’ammodernamento delle rete idrica comunale fine 2014), mentre in questi anni la Crea Gestioni Srl ha incassato milioni di profitti che potevano essere reinvestiti per il bene della comunità: miglioramento della rete e (quindi) abbassamento delle tariffe, controlli sulla qualità delle acque, allestimento di casette comunali dell’acqua.

A Termoli, come altrove, il gestore privato ha più volte staccato l’acqua agli utenti morosi, privando così le famiglie in difficoltà anche del fondamentale diritto all’acqua”. E ancora: “Gestione pubblica e partecipata significa trasparenza sui bilanci, sulle bollette, sugli investimenti, e partecipazione dei cittadini alle scelte importanti. Dopo 20 anni di gestione privata oggi per i cittadini è impossibile conoscere e incidere sulle decisioni. I cittadini italiani e di Termoli hanno detto con il referendum del 2011 ‘No’ alla privatizzazione. Il Consiglio comunale di Termoli ha votato nel giugno 2013 affermando che l’acqua è un bene comune universale privo di rilevanza economica e non una fonte di profitto. Chiediamo che questo pronunciamento sia rispettato.”

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