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I NoTunnel a Campobasso
CAMPOBASSO – Ieri mattina nella sede Giunta Regionale del Molise è andato in scena l’ennesimo atto di un copione che potremmo definire da quattro soldi, se in realtà quelli in ballo sul palcoscenico non fossero davvero tanti.
La seconda e ultima riunione della Conferenza di Servizi Decisoria per il progetto di “riqualificazione urbana” di Termoli  (leggasi in realtà distruzione definitiva) avrebbe dovuto essere un incontro spiccatamente tecnico, dall’esito certamente scontato ma da tenersi secondo regole precise; si è rivelata una esibizione che di tecnico ha avuto davvero poco, con interventi e discussione ridotti al minimo, quasi a rimarcare in modo ancora più arrogante del consueto la natura reale della seduta: la ratifica di decisioni già prese altrove, dove non era ormai più necessario neanche far finta di rispettare certe procedure.

E così al consulente legale del Comitato non è stato concesso l’accreditamento necessario a partecipare alla conferenza, mentre il Sindaco di Termoli riuniva intorno a sé il Responsabile Unico di Procedimento, e l’assessore ai Lavori Pubblici  (ben tre rappresentanti, nel caso non fossero ben chiari i rapporti di forza…).
Nessun intervento durante l’incontro, solo una richiesta di chiarimenti alla Soprintendenza da parte dei Vigili del Fuoco, richiesta rimasta peraltro inevasa; unicamente la presa d’atto dei pareri favorevoli rilasciati, nessuno dei quali del resto brillava per approfondimento delle eventuali problematiche, e addirittura la sfacciataggine del RUP di richiamare velatamente la Soprintendenza, meravigliandosi del fatto che –ohibò!- avesse insistito nel non allinearsi al coro generale di “signorsì” risuonato nella sala.
Quando il rappresentante del Comitato No Tunnel accreditato in Conferenza, prof. Barone, ha chiesto di inserire integralmente nel verbale di seduta un documento contenente eccezioni procedurali rilevanti, ciò è stato seccamente rifiutato, commettendo così un insopportabile quanto inutile sopruso; non ha potuto neanche leggerlo, e  non gli è stata data la possibilità di intervenire durante la seduta. Alla sua dichiarazione che in ogni caso il documento sarebbe stato inoltrato alla Procura della Repubblica, come del resto espressamente richiesto dall’ANAC al Comitato per ogni materiale prodotto, ha fatto seguito un’esilarante sceneggiata nella quale si minacciavano provvedimenti giudiziari per questa “minaccia”, evidentemente interpretata come lesa maestà.
Come unica possibile forma di protesta, il rappresentante ha rifiutato di firmare il verbale di riunione ed ha lasciato la sala, provvedendo poi a protocollare comunque negli uffici regionali il documento rifiutato.
Che dire di fronte a tanta desolante tracotanza? È molto tempo ormai che abbiamo perso le speranze di vedere i confini dell’arroganza che gli amministratori locali a tutti i livelli mostrano nei confronti dei cittadini. 
Certo il buio in cui è sprofondata la democrazia negli ultimi due anni, da quando alla popolazione è stato negato l’esercizio dello strumento referendario, non accenna a diradarsi; non per questo ci sentiamo sconfitti.
Ora la Soprintendenza  ha dieci giorni di tempo per esercitare il suo diritto di opposizione a questo via libera che cancella il diritto dei termolesi a conservare il loro paesaggio, la memoria storica dei luoghi, il patrimonio immateriale che costituisce l’anima di una comunità e che l’articolo 9 della Costituzione tutela. E noi siamo sicuri che lo farà.
Le decisioni passeranno allora al Ministero dei Beni Culturali e al Presidente del Consiglio dei Ministri: ci auguriamo ovviamente che esse rispecchino la dichiarazione del Sottosegretario Bianchi in Senato, che avevano ravvisato anche l’ennesima violazione di procedura, cioè la mancata procedura di VIA preliminare alla quale il progetto avrebbe dovuto essere sottoposto prima dell’apertura di gara d’appalto. E che siano ben soppesate le parole della nostra Soprintendenza, unico organo alzatosi a difendere il bene comune territorio dalle mani rapaci di chi vuole ridurlo a mero prodotto commerciale.
In ogni caso restano valide tutte le ragioni della nostra lotta di democrazia e civiltà, e siamo certi che i cittadini di Termoli terranno comunque bene a mente tutte le fasi di questa storiaccia di sopraffazione, avidità e arroganza.

Comitato e Coordinamento No Tunnel
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