Giuseppe Cito e Luigi Libutti i due imputati che hanno ucciso Raffaele Scala durante un litigio per un prestito di 3 mila euro
Sono stati 4 i testimoni ascoltati dal giudice Aldo Aceto alla presenza del Pm Luca Venturi e dei difensori degli imputati, i penalisti Giorgio Cassotta ed Antonio De Michele. A confessare l’omicidio poco dopo l’arresto: Giuseppe Cito di 23 annni di Rionero in Vulture (Potenza) e Luigi Libutti, 33 anni, originario di Torino e residente a Rionero in Vulture.
I quattro testimoni hanno raccontato dei rapporti con la vittima ed alcuni momenti della drammatica serata dell’omicidio. Ad essere ascoltati sono stati: l’ex convivente di Giuseppe Cito, una giovane straniera che ha riferito di aver ricevuto la visita di un uomo interessato a parlare con Cito, il datore di lavoro di quest’ultima, una dipendente della pizzeria Amadeus che subito dopo l’omicido avrebbe raccolto le chiavi dell’auto della vittima dalla strada ed una badante rumena. Questa ha sostenuto di aver assistito all’omicidio.
Sui tabulati dei telefoni posti sotto controllo ha riferito un ispettore di Polizia. La sentenza sull’omicidio Scala è attesa per il prossimo 17 marzo. Raffaele Scala, secondo le tesi degli inquirenti formulate anche sulla base delle confessioni dei due arrestati, è stato ucciso durante un litigio per un prestito che aveva concesso ai due conoscenti di circa 3 mila euro. La discussione tra i tre avvenuta davanti l’ingresso della pizzeria “Amadeus” riguardava proprio la restituzione del denaro che Scala aveva chiesto ai due conoscenti in quanto intenzionato ad aprire un negozio di casalinghi con la fidanzata. Durante l’alterco Cito e Libutti hanno estratto il coltello e colpito a morte il quarantenne.