
Dignità che il Vietri ha continuato ad esprimere grazie all’impegno di tanta parte del suo personale medico e paramedico; la smobilitazione e il trasferimento, poi, del reparto materno infantile senza una contropartita adeguata a giustificare le ragioni di questa scelta, che ha fatto gridare quanti si sono sentiti, nel caso specifico e solo in questo caso, strenui difensori dell’ospedale di Larino, a partire dal sindaco di Larino e dalla sua giunta. È di questi giorni la dimostrazione della continuità della sua azione e di quella dei suoi più stretti collaboratori, cioè di accanimento nei confronti del Vietri e della sanità del Basso Molise, quando si viene a sapere dell’attacco, portato a fondo, nei confronti della struttura regionale, Hospice, che è servito, in questi anni di piena operatività, a dare un po’ di sollievo ai malati terminali ed alle loro famiglie, con la riduzione di personale qualificato, indispensabile per svolgere pienamente la sua azione di sostegno umano, prima ancora che sanitario, degli ospiti di questa struttura che, non se lo dimentichi, è al servizio del Molise.
C’è di più, il rinnovo, fatto all’ultimo momento utile, del contratto per quattro mesi, stipulato agli infermieri che da anni assicurano, insieme allo staff medico il servizio di assistenza domiciliare (ODO) ai pazienti dimessi, con grande professionalità e senso di umanità, fa pensare che si vuole mettere mano anche a questa struttura. E poi la scelta – certo un peccato veniale di fronte a quello sopra citato, ma pur sempre significativo di un modo di amministrare e di fare uso della sanità – di azzerare un servizio svolto con grande capacità e pieno di positivi risultati, come quello dell’attività di accalappiacani, coordinato dal servizio veterinario di Larino, per trasferirlo nelle mani di una società privata, con sede a Campobasso. La conseguenza è di personale capace che resta senza lavoro, di un aumento di costi per un servizio che verrà seguito da Campobasso da una società di Frosinone, mentre restano le responsabilità, tutte, al servizio sanitario di Larino. Tutto questo, dicevamo, con un aumento di costi che contraddice la necessità di risparmiare. E’ questo il segnale che dimostra che non si vuole uscire da una cultura, quella del sottogoverno, che sta distruggendo la sanità del Molise e lo stesso Molise.
Dicevamo che la vicenda può avere un peso minore del trattamento riservato all’Hospice, ma solo per chi non vuole entrare nel merito della questione che ha, anch’essa, risvolti umani e sociali e, ancor più, politico–amministrativi, nel momento in cui si vanno ad aumentare i costi di un servizio che, ripetiamo, in mano al pubblico ha funzionato in modo perfetto, e lo si va a dare, senza neanche la ragione della convenienza e del risparmio, ad un privato. Ella sa bene che la questione della Sanità in generale e di quella del Molise, in particolare, riguarda fondamentalmente lo spreco delle risorse pubbliche e la diffusione delle pratiche di sottogoverno che, normalmente, mentre sostengono la visibilità di chi fa politica in questa nostra Regione, crea ingiustizie e, soprattutto, una massa di servi che è tutto l’incontrario dello sforzo che lei, noi, ognuno deve fare, per avere una classe dirigente in grado di amministrare un territorio piccolo e prezioso qual è il Molise e di renderlo esempio di centralità di quella necessità di un diverso sviluppo, che la crisi in atto (locale, nazionale e mondiale), ha posto come priorità se si vuole guardare con fiducia al futuro e rendere protagoniste le nuove generazioni.
A questo pensavamo quando ci siamo posti il problema, come se fossimo noi al posto suo e della sua maggioranza, di quale soluzione dare all’ospedale di Larino ed alla sanità molisana, per uscire dalla crisi generata dal forte indebitamento e dalla scarsa capacità di amministrare strutture e processi impegnativi come quelli della sanità e delle sue strutture operative. La risposta l’avevamo individuata ancor prima della già citata delibera di Novembre, che poi le è stata esposta in occasione della seduta del Consiglio del 2 dicembre e, subito dopo, da noi messa a disposizione con l’aiuto dei consiglieri Chieffo e Petraroia, che l’hanno fatta propria attraverso un ordine del giorno. Se lei ha la bontà di riprenderla nella sua complessità e non – come ha fatto nel corso di questi mesi – a pezzetti, troverà in questi giorni che la vedono ancora pienamente responsabile, in attesa del commissario, le soluzioni o, meglio, i punti dai quali partire, per trovare il capo del filo di una matassa fortemente ingarbugliata dalle iniziative prese in tutti questi anni di gestione della sanità, che hanno registrato un indebitamento crescente e che, subito dopo le elezioni, la obbligherà nuovamente a battere cassa ai molisani. L’azione di demolizione lenta che porterà alla chiusura dell’ospedale di Larino – come se fosse il colpevole unico di tutta la situazione disastrosa della sanità – non aiuta a risolvere il problema della sanità molisana, anzi l’aggraverà fortemente, a partire dall’ospedale di Termoli, con il sindaco e gli amministratori di questa città che continuano a mostrare una tranquillità che nei fatti non c’è e non si deve avere.
Sta qui la necessità di una riflessione urgente che ha senso se viene bloccato tale processo di demolizione in atto e pensare seriamente:
1. ad una integrazione delle due strutture sulla base di una pari dignità e pari opportunità;
2. a mantenere in atto le situazioni che hanno dimostrato di aver svolto pienamente il proprio compito e possono, se oggetto delle dovute attenzioni, solo migliorare;
3. a dare alle due strutture le eccellenze necessarie per far riprendere la corsa ad un treno che sta per essere bloccato, in modo da capovolgere la situazione e renderla, da perdente a vincente, in quanto a perdite di risorse, con il richiamo di utenza da altre Regioni (questi mesi passati dalla approvazione della famosa delibera, sono serviti – non ci sentiamo esclusi – solo a farci del male creando una immagine pessima della sanità molisana, mettendo paura ai molisani ). Sta anche qui la necessità delle eccellenze per una offerta di qualità che possa fare incamerare risorse e non perderle come succede in questa fase e da tempo; Eccellenze da mettere a disposizione anche delle altre strutture ospedaliere;
4. sta qui, anche, la indicazione di un Distretto geriatrico da attivare presso il Vietri di Larino:
5. Individuare bene dove realmente sono gli sprechi e mantenere il necessario equilibrio sul territorio per non continuare a dare l’impressione che ci sono quelli di serie A e quelli di serie B. Tanto per essere chiari, far capire perché non partire dagli sprechi che si registrano sia a Campobasso che a Isernia e perché queste due realtà sono per lei, e il quadro dirigente di questa Regione, intoccabili.
Perché capoluoghi amministrativi? In questo caso dovrebbe essere di esempio per il buon funzionamento della sanità che è una necessità per tutti i molisani. Perché bacini di voti che fanno impazzire chi sta in politica? Ma in questo modo sappiamo già quale fine sta facendo il Molise nel momento in cui si gonfiano poche realtà e si fa il deserto in altre. Concentrazione e confusione nei due capoluoghi e a Termoli e deserto nel resto della Regione, con paesi che rischiano di sparire.
Onestamente non è un esempio di programmazione né di buona amministrazione. Ci sono, come può ben capire, le possibilità per una inversione di marcia in modo da raggiungere traguardi importanti, e non distruttivi come sono quelli che ci sta portando la strada da lei tracciata, le cui conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. Noi siamo a disposizione per un confronto urgente su questi temi, in modo che lei possa lasciare indicazioni chiare al commissario che verrà, a questo punto, dopo le elezioni di giugno. In attesa di un suo cenno di riscontro e che altri si vogliano collegare a questo nostro ragionamento, inviamo i nostri più distinti saluti.
Larino Viva