Maria Teresa D’Achille
ISERNIA _ Si è in piena stagione delle inaugurazioni e dei proclami con la sfacciataggine di pavoneggiarsi per interventi programmati da tempo e non realizzati per mancanza di finanziamenti. Ora, con lo sblocco dei Fondi Fas, e quindi dei Pisu, si avrebbe l’anticipazione di 3 milioni di euro (su circa 9 per tutti gli interventi previsti e da attuare nei Pisu) per il completamento del Polo scolastico di San Leucio. Meglio tardi che mai, ma non si può assistere impassibili alle passerelle e al trionfalismo facendo passare per grandi risultati interventi fermi da anni. Ma con tutto ciò che ci stanno proponendo in queste settimane, ovviamente perché alla vigilia delle elezioni regionali, non c’è tanto da stupirsi. Per quanto riguarda la San Giovanni Bosco, dopo gli annunci e dietro-front dei mesi scorsi sulla disponibilità dei fondi per l’adeguamento e la ricostruzione dello storico istituto di corso Garibaldi (non è più previsto nel Programma Triennale delle Opere Pubbliche), ora si parla della disponibilità di risorse regionali per 100mila euro per uno studio di fattibilità finalizzato alla ristrutturazione di tale plesso scolastico. Innanzitutto già nella primavera 2010 è stata fatta una prima richiesta con studio di fattibilità, rimasta disattesa, e poi, soprattutto, con quali risorse si intende realizzare l’opera?

La paura è che si perderà altro prezioso tempo. La realtà dei fatti sul mondo-scuola nella città di Isernia è ben diversa. La San Giovanni Bosco ha vissuto pesanti problemi logistici e didattici negli ultimi anni e si avvia ad un nuovo anno scolastico tra innumerevoli disagi per l’assenza della palestra e dei locali per la Sezione Primavera e per la prosecuzione del servizio navetta. Restano i problemi logistici all’”Andrea d’Isernia”, che ha attualmente tre sedi: la sede centrale con la maggior parte delle classi, la sede presso l’Itef con sei classi e gli uffici amministrativi presso il “Fascitelli”.

Per la “Giovanni XXIII”, una volta che la “San Giovanni Bosco” tornerà nella sua sede, sarebbe previsto, stando ai progetti dell’amministrazione comunale, il trasferimento degli studenti nei locali di San Lazzaro. Vien da chiedersi, quindi, quale sarà la destinazione d’uso futura della sede della scuola media di corso Garibaldi. Chiusa anche la palestra della “Giovanni XXIII. Gli interventi previsti e finanziati alla “San Pietro Celestino”, secondo il Programma straordinario sul Patrimonio Scolastico, (210mila euro), a causa di problemi burocratici, ancora non sono stati appaltati; inoltre con la realizzazione del Polo scolastico a servizio dei Comuni di Longano, Castelpizzuto, Isernia Sud, Sant’Agapito (finanziamento di 1.2000.000,00 euro) gli alunni di Isernia sud potranno frequentare tale nuovo plesso col risultato di spopolare ancor di più un centro storico già messo a dura prova dalle scelte effettuate dall’amministrazione comunale nel corso di questi anni che hanno portato, tra l’altro, al trasferimento dell’Università a Pesche, la chiusura di Uffici e Poste, il tutto col risultato di svuotare, soprattutto di giorno, la parte antica della città di residenti, studenti ed attività commerciali. Comunque ben venga tale nuovo Polo scolastico a servizio dei comuni dell’hinterland, ma il capoluogo di provincia deve dare priorità al promuovere e favorire i servizi all’interno della città.

Il futuro di Isernia risiede anche nella capacità di una programmazione complessiva e definitiva dell’amministrazione comunale che permetta al capoluogo di svolgere appieno il ruolo di città dei servizi, a centro propulsore e fulcro per l’intera provincia. Le scelte attuali vanno ad incidere strategicamente sull’assetto urbanistico e socio-economico del capoluogo di provincia. Allo stato attuale e in previsione futura il centro città, invece, sta subendo una sorta di desertificazione: basta tener presente che la Questura si trasferirà a Isernia Nord, in previsione anche la Camera di Commercio oltre ad altri uffici demaniali; che i maggiori edifici comunali e provinciali ubicati nel cuore della città (San Giovanni Bosco, Liceo Classico “Fascitelli” e Palazzo Orlando) sono chiusi o al momento poco utilizzati e che non si conosce la loro destinazione d’uso. Decentrando ulteriormente gli uffici e le scuole a nord e sud, quindi, la città perderà la risorsa umana e a ciò va aggiunto il fatto, come accennato, che anche l’Università è stata già trasferita a Pesche non potenziando la dimensione di città universitaria. Insomma, in questi anni l’amministrazione di centro-destra in materia-scuola ha fatto poco, ha risolto parzialmente l’emergenza sicurezza ma non ha affrontato l’argomento nella sua completezza. E ciò in un frangente storico in cui si registrano un forte calo della popolazione scolastica, gli accorpamenti degli istituti e delle dirigenze.

Maria Teresa D’Achille
Consigliere comunale IdV Comune di Isernia

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