
Mi limito ad osservare i dati per quelli che sono: la raccolta differenziata, da conquista di civiltà e progresso che avrebbe dovuto rappresentare, è diventata il simbolo della scarsa capacità di un’Amministrazione di erogare servizi con un taglio ed una capacità imprenditoriali, come dovrebbe accadere quando due parti stipulano un contratto e reciprocamente assumono degli obblighi.
Non è un caso che gli stessi consiglieri che oggi lamentano i disservizi, sono gli amministratori uscenti che non sono riusciti a consegnare alla città un servizio di sicurezza ambientale, igiene e decoro pubblico veramente degno di questo nome. Intanto, mentre incontrare un operatore ecologico addetto allo spazzamento è diventato un miraggio sempre più raro ed i ricettacoli di immondizia iniziano a diventare cumuli, ho trovato presso l’ufficio contenzioso del Comune un incredibile carteggio, relativo alla vertenza di un lavoratore della Teramo Ambiente, ingiustamente licenziato dalla ditta e reintegrato nel posto dal Giudice del lavoro.
Ebbene, da agosto 2009, esattamente un anno fa, la Teramo Ambiente si rifiuta di occupare l’ex dipendente, che era pronto a rientrare sul lavoro, ma gli corrisponde la somma di 2.000 euro mensili! Credo che l’utilità, l’opportunità ed anzi l’urgenza di avere manodopera aggiuntiva, nelle precarie condizioni in cui versa la nostra città, non si debba neppure spiegare, per quanto è evidente.
Propongo una interrogazione urgente al Sindaco affinché verifichi se, come temo, gli importi finora versati senza il corrispettivo di alcuna prestazione di lavoro sono denaro sottratto al capitolato d’appalto, perché se così fosse si sarebbe effettuato un insopportabile “furto” ai danni dei cittadini: verrebbe da dire, oltre la beffa (di essere inondati d’immondizia) anche il danno (di doverla pagare di tasca propria!) E i danni, notoriamente, vanno risarciti: tanto l’immagine della città di Termoli, quanto le condizioni di chi la vive, ne reclamano tutto il diritto.