Il rumeno che abitava a Mafalda ha denunciato la presunta “vittima” per calunnia ed estorsione

MAFALDA _ “Se non ci consegni 5 mila euro ti roviniamo”. E’ quanto dichiarato da un rumeno che ha denunciato prima per diffamazione e poi anche per estorsione una rumena, sua connazionale, di 32 anni che lo avrebbe “incastrato” per violenza sessuale. Protagonista della singolare vicenda accaduta di recente a Mafalda, un rumeno di 30 anni arrestato dalle forze dell’ordine a seguito di denuncia della donna che avrebbe dichiarato di essere stata violentata dall’amico.

Il giovane, a sua volta, ascoltato dal giudice del Tribunale in carcere a Teramo dove è rinchiuso, ha negato ogni addebito e contro denunciano la presunta “vittima”. Una storia sempre più complessa quella che dovrà essere chiarita dagli inquirenti chiamati a stabilire le responsabilità del trentenne verso la conoscente.

Secondo la rumena, il connazionale sarebbe andato nella sua abitazione ed avrebbe abusato di lei mentre è di tutt’altro avviso l’arrestato il quale ha dichiarato di essere “vittima” di una sorta di estorsione. La donna ed il compagno gli avrebbero chiesto 5 mila euro ed al suo diniego sarebbe scattata la “trappola”.

La difesa del giovane, portata avanti dall’avvocato termolese Valentina Flocco è convinta della tesi del rumeno che, in un recente interrogatorio del giudice di Larino in carcere a Teramo, ha negato la violenza sessuale. “Non c’è stato alcun rapporto di natura fisica” ha dichiarato al magistrato.

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