RICCIA _ “Il CIPE di ieri ha finalmente dato un segno forte d’attenzione per il Mezzogiorno. Oltre 7 miliardi per opere infrastrutturali e la presa d’atto, con prescrizioni, del PAR FAS della Regione Molise. Dopo quasi quattro anni d’attesa; dopo che il Governo ha cancellato metà delle risorse (25 miliardi di Euro di FAS su 50 programmati); dopo aver indirettamente peggiorato le condizioni della crisi; dopo che molte di quelle risorse (circa 200 milioni di Euro su poco più di 400 milioni) nel frattempo in Molise sono state praticamente già spese … ci siamo! Arriva una grande boccata d’ossigeno, risolvendo un’apnea che poteva diventare letale per la nostra regione e per una classe e per una stagione politica.

Una grande boccata d’ossigeno che ci auguriamo ridia slancio alla crescita economica e alla coesione sociale interna al Molise, che ne ha fortemente bisogno, e avvicini il Sud al resto dell’Europa, contribuendo all’ottimismo, ai consumi, al rilancio dei lavori e a mitigare gli scenari nefasti e il rischio default del Paese.

L’onda di commenti positiva alla quale ci uniamo volentieri per l’arrivo delle risorse, viene tuttavia smussata dal realismo amaro del conoscerne il percorso difficile e i mancati traguardi nel frattempo accumulati. Molti in Parlamento ieri, infatti, ci hanno ricordato che i sette miliardi sbloccati dal CIPE per le regioni del SUD sono troppo pochi rispetto a quelle programmate e arrivano troppo tardi, poiché la questione meridionale e il divario nel frattempo è cresciuto, come dimostrano i recenti dati della SVIMEZ. Ma perché troppo pochi, sostanzialmente “distorti” e con troppo ritardo? Troppo tardi perché la programmazione era 2007/13 doveva partire al massimo nel 2008. Sono passati ben 4 anni! Intanto, i PAR Fas del Nord erano stati da tempo deliberati. Troppo pochi e “distorti”.

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