Galleria Fotografica.

AfriAsia
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TERMOLI _ La mostra fotografica “AfriAsia” inaugurata il 23 settembre nella Galleria civica di Termoli ha già ottenuto un buon successo di pubblico durante la prima giornata di esposizione. La rassegna che sarà aperta fino al 29 settembre propone un’eccezionale raccolta di 70 scatti del noto fotografo internazionale Edoardo Agresti. Un racconto che si snoda attraverso un percorso di immagini in cui i volti, i paesaggi e i colori ritratti accompagnano il visitatore in un viaggio alla scoperta di luoghi lontani e spesso ancora poco esplorati.

Così l’obbiettivo di uno dei maestri del fotoreportage in Italia identifica realtà sociali ed antropologiche di paesi come l’India e l’Africa sub sahariana: ogni scatto ferma un’immagine che pare in continuo movimento come a voler far entrare il visitatore dentro un volto piuttosto che in una situazione in modo da farlo partecipe di quel viaggio fotografico.

La dignità mista all’eleganza, l’intensità dei colori con il sapiente controllo della luce, arrivano a far percepire persino gli odori, i profumi, il trambusto o il silenzio dei luoghi rappresentati. Tema portante è il viaggio con sempre la presenza umana quale componente essenziale dello scatto: incontri in cui l’autore si è trasformato da semplice osservatore a testimone della storia di popoli dalle diverse culture e tradizioni.

Il percorso espositivo è articolato in 2 sezioni: Africa una sequenza di immagini in cui viene illustrato l’ampio mosaico dell’esperienza umana incontrata, osservata e fotografata da Edoardo Agresti nei suoi innumerevoli viaggi in Africa.
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Occhi che incontrano sguardi attraverso chi ha saputo fissare dentro un obbiettivo ciò che si offriva alla sua vista. Asia la bellezza, la gioia e l’allegria in un turbinio di colori dell’India che si contrappone al dicromatismo percepito negli scatti della Mongolia. Il visitatore sarà sopraffatto dapprima da una sensazione di calore per le sfumatura accese degli abiti indiani fino a giungere ad uno stato artico dove il bianco e il nero della Cina più estrema predomina e la steppa senza vita annulla il trambusto provato prima.

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