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L’edificio, costruito tra il 1915 e il 1920 dall’avvocato Angelo Cieri, tornerà al suo antico splendore grazie a un intervento conservativo e strutturale. La villa fu anche sede del generale Montgomery dopo lo sbarco degli Alleati a Termoli.

TERMOLI –  L’architetto Rocco Fiorilli ha annunciato qualche giorno fa, sul suo profilo social, l’inizio del restauro conservativo e del consolidamento strutturale di una villa storica, edificata tra il 1915 e il 1920 dall’avvocato Angelo Cieri, figura di spicco della comunità termolese dell’epoca. Cieri, oltre a essere stato Podestà del Comune, fu anche il firmatario del primo Regolamento Edilizio di Termoli nel 1929, un documento che anticipò di quasi quarant’anni la Legge 765 del 1967 in materia di urbanistica.  

La villa, situata all’inizio di via Molinello e in prossimità della sede dell’Asrem, ha sempre suscitato curiosità e ammirazione tra i passanti, grazie al suo fascino architettonico e al suo stato di abbandono. Si tratta di un raro esempio di liberty locale, con influenze delle ville rustiche suburbane, realizzata intorno al 1915 dal costruttore Bontempo. Inizialmente completata solo per metà, divenne l’abitazione del Podestà Angelo Cieri e fu ultimata dopo il primo conflitto mondiale, nel 1920. Nel 1935 venne aggiunto il corpo basso e realizzata la recinzione, conferendole l’aspetto che ancora oggi la caratterizza.  

In pianta rettangolare, la villa presenta un corpo centrale emergente simmetrico, con un vano scala centrale articolato su due livelli e coperto a padiglione. Il corpo basso è sormontato da un terrazzo, mentre i prospetti, perfettamente simmetrici, sono impreziositi da un portale in pietra ad arco a tutto sesto, sormontato da una doppia finestra con colonnina semicircolare. Le balaustre dei balconi, in ghisa, aggiungono un tocco di eleganza. L’immobile ospita sei unità abitative e un deposito, mantenendo intatta la sua struttura originaria.  

Ma non è solo l’architettura a renderla speciale: durante la Seconda Guerra Mondiale, la villa divenne un punto di riferimento strategico. Dopo lo sbarco degli Alleati nel 1943 nel porto di Termoli, il generale britannico Bernard Montgomery scelse proprio questa residenza come suo quartier generale temporaneo, trasformandola in un luogo simbolo della liberazione e della riconquista del territorio.  

A distanza di circa 110 anni dalla sua costruzione, l’architetto Fiorilli si è detto orgoglioso di intraprendere questo “arduo compito” di riportare l’edificio al suo antico splendore, preservandone l’identità storica e culturale. “Oggi è iniziato il restauro conservativo e il consolidamento strutturale di uno degli immobili più significativi presenti sul territorio del Comune di Termoli”, ha scritto Fiorilli. “A distanza di 110 anni circa dalla sua edificazione, sono orgoglioso dell’arduo compito di riportare all’antico splendore una villa che negli anni ha sempre incuriosito e fatto fantasticare almeno una volta le persone di passaggio a quell’incrocio”.  

Il progetto non solo mira a consolidare la struttura, ma anche a valorizzare un patrimonio che rappresenta un pezzo importante della memoria collettiva di Termoli.