L’Assessore regionale Luigi Velardi: “le scogliere sono dei succhiasoldi. Mangiano fondi ogni anno per manutenzione, molto costosta. Stanziati per il 2011 un milione di euro“.

TERMOLI _ Costa molisana: l’incubo dell’erosione è tornato. Ed anche la paura dei balneatori di ritrovarsi il mare dentro gli stabilimenti, la sabbia ridotta al lumicino e le onde a farla da padrona sulle fondamenta delle strutture marine. Le violente mareggiate degli ultimi mesi hanno colpito ancora. Questa volta a lanciare l’allarme sono stati i titolari del Lido Le Dune, struttura in legno situata sulla battigia nei pressi del grattacielo di Termoli. I proprietari hanno lamentato a gran voce l’erosione della spiaggia tanto da presentare una richiesta urgente di barriere flangi-flutti al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, all’Assessorato regionale ai Lavori Pubblici, sezione compartimento opere marittime ed alla Capitaneria di Porto di Termoli.

I funzionari ministeriali dopo aver analizzato la situazione in cui si trova imbrigliato il lido, hanno approvato il progetto e concesso l’autorizzazione al posizionamento delle scogliere. Si tratta di massi che saranno posizionati non in mare bensì direttamente sulla battiglia per una lunghezza di 30 metri. Dopo le scogliere davanti il «Lido Alcione», il «Blu-Tuff», «La Perla», «Il Pirata», «La Vela», «La Lampara» ed altri situati su viale Cristoforo Colombo di Termoli e «Stella Marina», «Miramare» e «Aurora» di Campomarino Lido, ora tocca a quelli più a nord come Le Dune. Ma non si escludono anche altre richieste di altri operatori della zona.

Le mareggiate hanno intaccato alcuni tratti di battigia” hanno lamentato alcuni balneatori della città che insieme anche ad operatori di Campomarino sottolineano come l’erosione non si è fermata nonostante l’imponente Piano di difesa del litorale messa in atto negli anni passati dalla Regione Molise.

I pennelli posizionati nel 2005 sono arrivati fin sotto la massicciata del Borto Antico rovinando quella che era definita da tutti all’unisono la “cartolina di Termoli” e scatenando veementi polemiche tra i termolesi, divisi in favorevoli e contrari ai massi. A vincere la partita all’epoca furono i balneatori che ottennero il ripascimento degli arenili ridotti al lumicino e l’installazione dei “pennelli” paralleli alla linea di riva. Oggi almeno per la spiaggia di Sant’Antonio il problema sembra risolto visto il cospicuo aumento della spiaggia per i lidi storici della città anche se molti residenti considerano il mare in questa zona una sorta di “pozzanghera” preferendo spostarsi molto più a nord, all’altezza del Grattacielo o più avanti al confine con Petacciato.

L’Assessorato regionale ai lavori pubblici guidato da Luigi Velardi ha stanziato 900 mila euro nel 2010 per la difesa della costa ed

Luigi Velardi
ha previsto nel nuovo bilancio approvato all’alba di ieri l’altro
altri cospicui fondi per il 2011. Le somme stanziate per l’anno in corso raggiungono il milione di euro. Dunque le barriere “anti-cancro degli arenili” costano care ogni anno all’esecutivo molisano e sono dei veri e propri strumenti “succhiasoldi”. “Il posizionamento degli scogli non rappresenta di fatto un intervento esaustivo. La posa dei massi attualmente è soggetta ad una turnazione _ ha spiegato l’Assessore Velardi _ perchè una volta collocati in mare non si è certo risolto il problema. Questi devono essere sottoposti ad una sorta di manutenzione che assorbe un sacco di soldi e di cui sorge sempre la necessità. Si tratta del rifiorimento e del salpamento dei massi”.

Con la permanenza in mare si formano degli spuntoni sui pennelli molto pericolosi per la balneazione. Di conseguenza c’è l’incombenza della loro eliminazione con il salpamento. “Nel 2010 sono stati spesi 900 mila euro per tutto il litorale _ ha proseguito Velardi _. Non c’è un intervento organico ma una difesa a seconda delle circostante, della situazione di una zona rispetto ad un’altra, delle richieste dei gestori delle strutture. Si tengono d’occhio, infatti, anche le attività. Per quest’anno c’è in bilancio un milione di euro che impiegheremo attraverso un’altra gara di appalto. Sono anche in contatto con il Ministero dell’Ambiente per fare un intervento più organico e prendere in considerazione delle zone che oggi possono essere trascurate perchè nessuno ne ha fatto richiesta”.

Per quanto riguarda una soluzione alternativa alle costose scogliere per fermare l’erosione del litorale, non c’è. “Esiste un’altra tecnica che è il ripascimento delle spiagge ma anche questo sistema è temporaneo _ ha concluso l’Assessore _ perchè basta una mareggiata per vaneggiare il lavoro”.

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Antonella Salvatore
Giornalista professionista, Direttrice di myTermoli.iT e myNews.iT e collaboratrice AnSa

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