La BandAdriatica contagia con i suoi ritmi il popolo termolese.

Il Festival DUE SPONDE UN MARE, apre ancora una volta alla musica, con il secondo concerto Adriatico tenutosi ieri sera nella splendida cornice del porto di Termoli, presso il locale “Fachiro Caffè”. E’ la BandAdriatica ad accendere gli animi dei tanti presenti che si sono lasciati coinvolgere in canti e balli, pizzicati dal morso della taranta! Si, pizzica e taranta, insieme a tanti altri motivi balcanici, greci e napoletani, hanno contagiato il porto della nostra città che ieri sera ha acceso il faro dell’allegria e della condivisione! D’altro canto provare a CONDIVIDERE è stato il filo conduttore del percorso sperimentale in cui si è cimentata la stessa BandAdriatica che, prima di giungere ad un prodotto raffinato e di ottima qualità, ha lavorato strenuamente alla ricerca di suoni, motivi, ritmi che accomunano le diverse culture dell’Adriatico. Dal Salento all’Albania, da Venezia a Dubrovnik fino a Creta, il viaggio sperimentale della BandAdriatica è giunto a suo primo approdo.
 Ne è prova il film/documentario: “Rotta per Otranto”, presentato dall’equipaggio della band ieri sera alle 21.30 presso la Galleria Civica Termolese. La nave, che ha attraversato tutti i porti che conducono da Otranto alle isole greche, passando da Venezia, Capodistria, Dubrovnik e Durazzo ha trasportato i musicisti-marinai che oggi raccontano in musica le proprie esperienze eterogenee in un affascinante viaggio musicale fra le culture dell’Adriatico. Come più volte sostenuto dagli stessi musicisti nelle interviste del documentario, “l’Adriatico è un mare fatto anche di incongruenze, di mal celate diversità. I suoi porti sono tutti differenti, profondamente differenti! Le sue lingue molteplici come i venti che lo rendono difficile e pericoloso. Cercare un linguaggio comune tra le bande della sponda ovest e le fanfare di quella est è stata certamente un’impresa ardua”. Ma ben presto la scommessa è divenuta un un progetto che è riuscito a concretizzarsi nel lavoro raffinato del noto gruppo musicale.

Ricercare nuove sonorità, riscoprire e rielaborare le radici musicali del centro-sud Italia (pizziche d’amore e tarantate, tammurriate, tarantelle, canti magici ect.) interpretate in chiave moderna con influssi jazz, funk, blues e world music, ma anche con composizioni proprie, attraverso il lavoro di ricerca sul campo, è stato il filo conduttore che ha scalmanato come in un vero un pandemonio di ritmi e canti i tantissimi presenti al Fachiro Caffè.
Dunque “tra il dire e il fare… c’è Due sponde un Mare”! Perchè questo Festival riesce ancora una volta a sconfiggere la noia, a cancellare quel progettare proporre antico e stantio, dando vita, con genialità e intuizione, ad un tempo nuovo in cui si può osare e si può scommettere sempre di più!

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