L’Opposizione: “Il sindaco doveva uscire dal consiglio al momento dell’approvazione del documento dove risultano proprietà della sua famiglia”
E’ dunque questo il vero spirito di un piano di recupero anche in ragione del fatto che tutti i cittadini ne aspettavano con ansia l’adozione ma se poi insieme ai suddetti interessi collettivi si portano avanti degli interessi privati che riguardano solo poche persone ed in questo caso la persona del sindaco, allora crediamo che la cosa stia prendendo una strada sbagliata.
Dall’esame del Piano di Recupero è possibile rilevare i seguenti elementi: vi è grave discontinuità degli interventi, disomogeneità e soprattutto alcune zone sono completamente sprovviste di adeguatezza di previsione in quanto non garantiscono quella continuità di urbanizzazione che tutti si aspettano da un piano particolareggiato, vi sono infatti delle zone dove le altezze sono variegate e discontinue e male si pongono nell’integrazione globale di un piccolo Paese che vuole conservare le sue caratteristiche peculiari.
Quello che più salta all’occhio è un intervento rilevante e dominante su un lotto (ISOLATO F) di proprietà del marito del Sindaco dove si svolge la gran parte di cubatura del Piano di Recupero.
Crediamo che non si tratti di un recupero ma di una nuova edificazione che non rispetterebbe gli indici di edificabilità delle zone adiacenti e di tutte le aree che interessano il Piano di Recupero. Vi è da aggiungere inoltre che in tale Isolato, l’area da destinare a parcheggio, a verde pubblico o a servizi è minima se non inesistente. La posizione del Sindaco in merito all’adozione del Piano di Recupero è stata di interesse diretto in quanto in tale adozione vi era un interesse proprio del sindaco visto chè il marito è proprietario del lotto “ISOLATO F”.
A tal proposito noi crediamo che la votazione “FAVOREVOLE” del Sindaco in consiglio comunale per l’adozione del Piano di Recupero fosse illegittima poichè vi era un chiaro interesse diretto così come recita l’articolo 30 (astensione obbligatoria) dello statuto comunale : “Il Sindaco, gli assessori e i consiglieri comunali devono astenersi dal prendere parte alla discussione ed alla votazione di delibere riguardanti interessi propri o di loro parenti affini sino al quarto grado………….”
Siamo convinti che il Sindaco ed Onorevole Anita Di Giuseppe dell’Italia dei Valori, bene avrebbe fatto a riflettere sulla questione del conflitto d’interesse (Cavallo di battaglia dell’Italia dei Valori) che si era verificato nel corso di quella votazione anche nella considerazione che il suo voto era diventato determinante per l’approvazione della deliberazione di Consiglio Comunale per l’adozione del Piano di Recupero. Il senso morale alcune volte induce a riflettere su tali questioni e quindi tutti ci saremmo aspettati che il Sindaco, al momento della votazione,uscisse fuori dell’aula per non prendervi parte, proprio in funzione dell’interesse proprio e diretto.
I Consiglieri di minoranza
Nanni Nicola
Catena Marcello
De Laurentis Americo
Saburro Antonio
Di Zinno Roberto