CAMPOBASSO _ La lotta contro il taglio delle ore di sostegno continua a vedere impegnata la FLC Cgil Molise, che già da tempo si è posta al fianco dei genitori degli alunni diversamente abili. Abbiamo messo a disposizione delle famiglie le nostre strutture e i nostri legali, e i risultati ci hanno dato ragione: il TAR Molise, con Ordinanza di sospensiva n°192 del 05/10/2011 ha accolto le ragioni dei genitori, attribuendo ad otto alunni diversamente abili, frequentanti diverse scuole della provincia di Campobasso, il diritto al numero di ore sostegno scolastico così come richiesto dall’apposito Gruppo H. Si tratta di una pronuncia avutasi nell’ambito di uno dei primi casi di “ricorso collettivo” in materia. In tal modo, il nostro Ufficio Legale, guidato dall’avv. Mario Mariano, è riuscito a portare a segno un duplice risultato: ottenere l’aumento delle ore di sostegno e ridurre al minimo i costi delle spese di giustizia per le famiglie.
Ancora una volta, dunque, i giudici hanno smentito l’operato dell’Amministrazione scolastica, dettato più da logiche burocratiche ed aritmetiche – tese a dare un numero di ore di sostegno decisamente insufficiente per l’integrazione degli alunni – piuttosto che da politiche sugli organici funzionali alla qualità del servizio scolastico e dell’offerta formativa. Ad ogni modo, come abbiamo sostenuto e continuiamo a ripetere, quella giudiziaria non può essere l’unica via per vedersi riconosciuto un diritto inviolabile.
L’Amministrazione Scolastica, per quanto di propria competenza, ha la possibilità di garantire il sostegno agli alunni diversamente abili, senza che le loro famiglie debbano necessariamente ricorrere al contenzioso, assicurando le dovute deroghe e gli aumenti di organico, previsti dalla normativa, qualora se ne ravvisi la necessità documentata. Laddove ciò non avvenga, e si continuerà nella politica del risparmio volta a colpire soprattutto i più svantaggiati e bisognosi, la FLC CGIL continuerà a prestare il supporto alle famiglie degli alunni diversamente abili, per affermare, anche tramite il ricorso ai tribunali, il diritto all’istruzione, costituzionalmente garantito.